La modernità e l’innovazione di questo accordo sta nel fatto che coniuga una motivazione, una marcia in più per il gestore per metterlo in sinergia con l’azienda e con il mercato, ma al contempo non ne riduce le tutele. Esigenza questa che risponde inevitabilmente anche al tempo della crisi che stiamo vivendo. Non si tratta di una sfida semplice, beninteso: prova ne sia che le sue modalità hanno un carattere sperimentale, che i suoi effetti saranno monitorati non solo tra le parti, ma anche in sede ministeriale. In ogni caso rappresenta una nuova e più moderna stagione delle relazioni, esempio questo che si rifà anche allo spirito dei rinnovi contrattuali che Confcommercio stipula con i sindacati (Commercio e Turismo) e che sono sempre stati tra i precursori di nuovi modelli di organizzazione del lavoro. Perché è evidente, e di questo dobbiamo essere tutti coscienti, i nostri contratti devono recuperare spazi di efficienza, produttività e competitività. Quindi va dato atto ai gestori di avere avuto un grande senso di responsabilità nel trovare l’accordo per definire nuove regole, piuttosto che lasciare campo libero ad una conflittualità che avrebbe penalizzato anche se in maniera diversa sia l’Eni che i gestori.