Aeranti-Corallo: “occorrono maggiori spazi radioelettrici per l’emittenza radiofonica locale”

Aeranti-Corallo: “occorrono maggiori spazi radioelettrici per l’emittenza radiofonica locale”

Rossignoli: “in alcune regioni è stato assegnato alle radio locali un numero di reti insufficiente, quindi non sarà possibile diffondere in digitale tutti i programmi attualmente esistenti in FM”.

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3 dicembre 2024

“Da Marconi al DAB - La Radio nell'Era Digitale”: questo il titolo del convegno tenutosi il 2 dicembre scorso presso lo Spazio Academy del MIND, Milano Innovation District, alla Cascina Triulza. 

L’incontro ha affrontato il tema del futuro del mezzo radiofonico, un mass media che nei suoi 150 anni di esistenza ha costantemente saputo rinnovarsi e adattarsi alla trasformazione del mondo della comunicazione, cosa continua a fare anche oggi in un contesto sempre più frammentato e complesso.



Nel corso dell’evento, i commissari dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Massimiliano Capitanio e Laura Aria hanno dialogato con i principali protagonisti del settore radiofonico su come affrontare le sfide tecnologiche e di mercato per la radio radio, nell’era digitale.



L’evento si è articolato in due tavole rotonde. La prima dedicata a “Le sfide tecnologiche per la radio: Prominence e sviluppo della piattaforma DAB”, con la partecipazione del commissario Agcom Massimiliano Capitanio, del coordinatore di Aeranti-Corallo Marco Rossignoli, di Stefano Ciccotti (Reti e Piattaforme Rai), di Sergio Natucci (DabItalia) e di Anna Maria Genzano (Eurodab).



Nel suo intervento Rossignoli ha affermato che “la radiofonia locale italiana oggi ha circa 19 milioni di ascoltatori e in cinque regioni una radio locale è prima in assoluto per ascolti, davanti anche alle radio nazionali, pubbliche e private. Nelle altre regioni le radio locali sono comunque ai vertici delle classifiche di audience. La radiofonia locale, come risulta da un recente studio di Aeranti-Corallo, dà lavoro a oltre 2mila dipendenti e vanta ricavi pubblicitari di oltre130 milioni di euro, una raccolta rilevante, pari ad un terzo del totale, nel contesto del mercato pubblicitario radiofonico complessivo”.


“La normativa di settore - ha poi ricordato Rossignoli - è chiara nello stabilire che il DAB debba essere la naturale evoluzione del sistema analogico. Come Aeranti-Corallo abbiamo promosso la costituzione di ben 19 consorzi radiofonici locali per lo sviluppo del digitale, ma se analizziamo l'applicazione del precedente piano delle frequenze, su 39 bacini di utenza che all'epoca erano stati previsti, soltanto in dieci erano stati assegnati diritti d’uso all’emittenza locale. Da tali attivazioni erano peraltro state escluse molte tra le principali città italiane”.

“Oggi poi - ha proseguito il coordinatore Aeranti-Corallo - vediamo che alle 21 emittenti radiofoniche nazionali operanti in analogico (FM) sono state assegnate ben tre reti, quando ne basterebbe una per trasmettere in DAB tutti i relativi programmi. Alle locali, diversamente, in alcune regioni è stato assegnato un numero di reti insufficiente, con la conseguenza che non sarà possibile diffondere in digitale tutti i programmi attualmente esistenti in FM. Pertanto, in queste regioni, il DAB non potrà rappresentare la naturale evoluzione dell’analogico. Per risolvere tale criticità potrebbero essere recuperate risorse radioelettriche della dodicesima rete nazionale televisiva, attualmente inutilizzata”.



“Per quanto riguarda la problematica della prominence, auspichiamo che vengano assunte quanto prima le necessarie determinazioni, finalizzate a garantire una adeguata rilevanza per i soggetti di interesse generale, quali sono le radio attualmente operanti in analogico”, ha concluso Rossignoli.

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