Agriturismo: sulla nuova legge veneta "gatta ci cova..."

Agriturismo: sulla nuova legge veneta "gatta ci cova..."

Confcommercio Verona esprime forti perplessità all'indomani della discussione in regione sul progetto di legge sugli agriturismo, che avviene a poco più di un anno dall'entrata in vigore della legge in vigore.

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5 dicembre 2013

"E' strabiliante la decisione di rivedere la legge regionale sugli agriturismo a poco più di un anno dall'entrata in vigore della precedente, datata agosto 2012, quando mediamente per una modifica normativa ci vogliono decenni, come ad esempio nel caso della legge sull'organizzazione turistica del Veneto, cambiata dopo ben 11 anni. Qui gatta ci cova…". Lo sostiene Confcommercio Verona all'indomani della discussione sul progetto di legge 340 relativo alla legge 28 del 2012 che si è svolta mercoledì 4 dicembre, a Venezia, all'interno della Quarta Commissione Consiliare. "Questa regolamentazione è particolarmente importante per il territorio Veronese – prosegue l'Associazione - visto che, in base ai dati Istat 2010, proprio la nostra provincia è leader per offerta agrituristica sia ricettiva che ristorativa con il 23,8% del totale regionale. Il tutto in una Regione che, con 1.305 aziende autorizzate, si collocava, tre anni fa al terzo posto assoluto con il 6,5% degli agriturismo della Penisola. Numeri peraltro da aggiornare visto che il comparto, nel territorio scaligero come in quello nazionale, è in continua espansione". Confcommercio non è contraria in linea di principio allo spirito alla base dell'attività agrituristica "a patto che esso non venga tradito da smanie imprenditoriali che collocano le aziende di settore in concorrenza sleale con le imprese tradizionali alberghiere e della ristorazione". "Se la Regione Veneto intende spalancare le porte affinché le attività agrituristiche diventino veri e propri ristoranti lo dica apertamente - prosegue Confcommercio Verona - ma faccia in modo che debbano rispettare le stesse regole - amministrative, urbanistiche, edilizie, fiscali, igienico sanitarie, giuslavoristiche,  di sicurezza dei luoghi di lavoro - cui invece sono correttamente soggetti alberghi e ristoranti". "Auspichiamo quindi una pausa di riflessione e un ripensamento delle linee generali contenute nel progetto di legge", conclude Confcommercio Verona. "Sarebbe altrimenti uno schiaffo all'imprenditoria alberghiera e ristorativa veneta che ha contribuito a creare un'immagine di alta qualità dell'ospitalità dei nostri territori e rappresenta un presidio occupazionale importante anche in questa fase di grave crisi".   

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