Aice: “Serve più equilibrio per le spedizioni via mare”

Aice: “Serve più equilibrio per le spedizioni via mare”

L’Associazione, insieme a Citha, ha chiesto alla Commissione europea maggiori misure per regolarizzare le condizioni del trasporto marittimo e dare maggiore stabilità al settore.

DateFormat

16 luglio 2021

La pandemia ha colpito profondamente anche il comparto del trasporto marittimo . Al momento il settore si trova sprovvisto di container e le numerose interruzioni nella catena di approvvigionamento contribuiscono all’effetto negativo dell’economia europea. Questo squilibrio è dovuto in particolare alla consistente riduzione della capacità delle linee di trasporto marittimo. Queste le rilevazioni di Aice (Associazione italiana commercio estero) in collaborazione con Citha (European confederation of international trading houses associations) che hanno lanciato un appello alla Commissione europea chiedendo maggiori tutele e ulteriori misure per regolarizzare il settore del trasporto marittimo.

La situazione interna del comparto è veramente critica e le conseguenze principali possono essere tre:

  1. la chiusura degli stabilimenti e i fermi di produzione, con il seguente blocco dei prodotti, come i beni di consumo;
  2. l’inosservanza dei contratti e l’aumento dei prezzi;
  3. la carenza di approvvigionamenti sia per quanto riguarda i prodotti finiti che intermedi.

Nel 2020 molti impianti sono stati costretti a chiudere per colpa delle varie limitazioni adottate dai governi per arginare l’emergenza Covid e tante produzioni sono state interrotte. I container vengono quindi immagazzinati in un unico posto e non risultano più disponibili sul mercato internazionale. Nei porti asiatici, ad esempio, mancano i container da venti e quaranta piedi. In aggiunta le compagnie di trasporto marittimo stanno rallentando l’operatività delle navi, creando sempre più tensioni e allungando i tempi di attesa.

Per quanto riguarda i contratti ci troviamo di fronte ad una violazione da parte delle compagnie. I container prenotati non risultano più disponibili o non vengono rispettate le condizioni negoziate. I prezzi sono quindi schizzati alle stelle, arrivando a triplicare la cifra concordata in precedenza. I nuovi contratti hanno registrato prezzi ben dieci volte superiori rispetto a quelli pre pandemia. Le imprese di import/export si trovano nel mezzo di una diatriba legale tra le compagnie di navigazione che spesso rescindono i contratti per cause di forza maggiore e i grandi clienti che invece richiedono il rispetto degli accordi. Le aziende sono quindi costrette a sostenere costi aggiuntivi.

Questi problemi portano ad una conseguente carenza di prodotti finiti e intermedi. La situazione inoltre è inasprita anche dalla limitazione dell’offerta di spedizioni da parte dei vettori marittimi sulla linea Far East-West, che ha aumentato il rischio di approvvigionamento per il mercato europeo.

A fronte di questa drammatica situazione, Aice e Citha hanno deciso di rivolgersi alla Commissione europea per far esaminare a fondo la questione e cercare di trovare insieme nuove misure per stabilizzare le condizioni di spedizione e prevenire ulteriori difficoltà per le aziende europee.

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca