Aice: “scambi internazionali, guardare oltre il Covid”

Aice: “scambi internazionali, guardare oltre il Covid”

Audizione in Commissione Affari Esteri della Camera. Garosci: "effetti benefici per l’Italia valorizzando l’import strategico e contrastando il protezionismo".

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13 novembre 2020

La pandemia Covid non soltanto ha fortemente frenato il commercio internazionale (la World Trade Organisation stima un calo fino al 13% per il 2020) ma anche accresciuto la tendenza al protezionismo. Bisogna, però, saper guardare avanti.  Riccardo Garosci, presidente di Aice, l’Associazione italiana commercio estero, e vicepresidente di Confcommercio - intervenuto all’audizione della Commissione Affari Esteri e comunitari della Camera – ha sottolineato l’importanza di “attivare progettualità legate all’import strategico, con l’obiettivo di rendere più fluido il flusso di merci e rendere più competitivo in export il comparto manifatturiero”.

Azioni di sostegno e razionalizzazione dei processi di import – ha detto Garosci – non possono che produrre risultati positivi per l’intero sistema Paese”: sia come minori prezzi d’acquisto di materie prime e beni intermedi, sia per il vantaggio competitivo che può derivare alle imprese italiane. L’export – ha ricordato il presidente Aice – è stato e continua ad essere l’unica componente positiva della domanda aggregata, rivelandosi uno strumento essenziale di crescita e sviluppo per le imprese”: nel 2019 sono stati 135.760 gli operatori italiani impegnati nelle esportazioni (fatturati superiori ai 5 milioni di euro per l’8% delle imprese).

Lo scorso anno e in questo 2020, ha proseguito, sono divenuti operativi gli accordi con Giappone e Vietnam con benefici per l’export italiano. Aice si impegna affinché l’Unione Europea continui sulla via delle riduzioni delle barriere tariffarie e non tariffarie, nella semplificazione e facilitazione degli scambi” in una “cornice fatta di regole certe e condivise”. “Gli accordi di libero scambio – ha continuato Garosci – sono, in questo momento, una grande opportunità per le imprese” e occorre saperne cogliere le potenzialità.

L’effetto Covid sta creando gravi scompensi per l’Italia anche nell’andamento del commercio con l’estero: nei primi cinque mesi del 2020 si è registrato un - 16% nelle esportazioni e un – 17,6% nell’import, con i settori automotive e tessile-moda in maggiore sofferenza. Lieve incremento, invece, nei settori farmaceutico ed alimentare. L’export italiano è in calo del 33,9% con l’India, del 21,9% con la Cina, del 12,3% con la Germania. “E’ opinione condivisa – ha tirato le somme Garosci – che ci vorrà tutto il 2021 per superare i 500 miliardi di euro di export previsti per il 2020 (erano 476 miliardi di euro nel 2019)”.

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