A Roma albergatori in piazza contro la tassa di soggiorno

A Roma albergatori in piazza contro la tassa di soggiorno

La protesta, che per la prima volta nella storia ha visto gli albergatori della Capitale scendere in piazza, è stata indetta da Federalberghi. Adesioni dall'intera filiera del turismo e dell'accoglienza, comprese Faita, Fiavet, Fipe e Sib. Roscioli: "non esclusa una serrata".

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8 aprile 2014

Si è tenuta a Piazza SS Apostoli, nel cuore di Roma, la manifestazione degli albergatori contro il paventato aumento della tassa di soggiorno proposto dal sindaco Ignazio Marino e che creerebbe ulteriori disagi al turismo e all'indotto. "Follia l'aumento della tassa di soggiorno. Federalberghi Roma non ci sta", si leggeva su uno dei tanti striscioni esposti nella piazza davanti alla sede della prefettura, a due passi da piazza Venezia. I manifestanti hanno esposto messaggi anche in inglese rivolgendosi direttamente ai turisti: "Dear tourist, we are also protesting on your behalf"  ("Caro turista, stiamo manifestando anche per te").  A manifestare c'era l'intera filiera del turismo e  dell'accoglienza riunita in Confturismo-Confcommercio, dalla stessa Federalberghi  a Faita  (Turismo all'aria  aperta),  Fiavet  (Agenzie di  viaggi), Fipe  (Pubblici esercizi), Sib  (Balneari), oltre a Albaa  (Bed&breakfast e affittacamere) e Confesercenti/Assohotel.  "Se non saranno ascoltate le nostre richieste non escludiamo una protesta forte, forse anche una serrata degli alberghi romani", ha commentato il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, durante il sit-in. "Protestiamo perché crediamo che  un aumento fino a 10 euro sia improponibile", ha rincarato aggiungendo che chi amministra deve capire che l'aumento del  contributo di soggiorno, specie nelle entità proposte, rappresenta un assurdo e un incalcolabile danno in termini di competitività  turistica internazionale per Roma:  "l'unica capitale d' Europa dove il  visitatore è già soggetto alla tassazione sui bus turistici  superiore alla Francia e alla Spagna", ha detto Roscioli ricordando  che "molte aziende potrebbero chiudere".         

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