Editoria: “no all’online globalizzato senza regole”

Editoria: “no all’online globalizzato senza regole”

L’Associazione librai italiani commenta i dati Aie sull’andamento del mercato: “necessario aprire un tavolo di confronto sul quello che noi chiamiamo ‘il nuovo patto di filiera'".

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20 aprile 2021

“Non ci sembra un modo corretto di fare informazione”. È il commento di Ali-Confcommercio sui dati relativi l’andamento del mercato del libro nel primo trimestre dell’anno diffusi da Aie, l’Associazione degli editori, secondo i quali c’è stato un incremento del 26,6% rispetto allo stesso periodo del 2020. Per i librai di Confcommercio, infatti, se da un lato prosegue il trend di ripresa del settore, dall’altro non viene tenuta “in minima considerazione né la situazione contingente del 2020, che già dalla fine di febbraio registrava forti contrazioni di vendita né la condizione di mercato degli operatori fisici, fortemente condizionata dalle misure restrittive adottate in questi mesi con forti limitazioni alla mobilità delle persone e con conseguenti ricadute di fatturato sulle aziende”.

In buona sostanza, per l’Associazione si tratta di dati “dopati” dallo sviluppo del canale di vendita online, ritrovatosi di fatto senza concorrenti: “la crescita dell’online non è minimamente dovuta all’incapacità degli operatori commerciali di intercettare la domanda. Il vero tema sono i servizi che la filiera editoriale offre alle librerie fisiche, oggi assolutamente insufficienti per poter competere in un mercato sempre più competitivo. Per questo rinnoviamo la richiesta ad Aie perché solleciti i principali editori/distributori ad aprire un tavolo di confronto sul quello che noi chiamiamo ‘il nuovo patto di filiera’”, dice l’Associazione librai italiani.

Ciò che serve è “una precisa scelta di campo sia del mondo della produzione che delle istituzioni per consentire alle nostre imprese di poter competere a pari condizioni di partenza con tutti gli altri operatori e in particolare con l’online globalizzato che riesce a spostare buona parte dei ricavi in Paesi dove la tassazione è più generosa”, conclude Ali.

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