Allarme default Spagna, torna la paura del contagio

Allarme default Spagna, torna la paura del contagio

Il ministro del Bilancio confessa: "non abbiamo un soldo in cassa per pagare i servizi pubblici, se la Bce non avesse comprato i titoli di Stato il Paese sarebbe fallito". Sì del Parlamento tedesco al piano di aiuti per ricapitalizzare le banche.

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20 luglio 2012

Torna la paura del contagio nella zona dell'euro: il virus questa volta non arriva dalla Grecia, ma dalla Spagna. Nel giorno in cui Madrid incassa il siì del Parlamento tedesco al piano di aiuti per ricapitalizzare le proprie banche e si appresta a ricevere oggi l'ultimo timbro dell'Eurogruppo su 30 miliardi di euro che saranno forniti al più presto, il governo di Rajoy lancia un grido d'allarme. ''La Spagna non ha un soldo in cassa per pagare i servizi pubblici e se la Bce non avesse comprato i titoli di Stato, il Paese sarebbe fallito'', ha dichiarato il ministro del bilancio spagnolo, Cristobal Montoro, impegnato in Parlamento a difendere il nuovo piano di austerità da 65 miliardi imposto da Bruxelles in cambio di un anno in più di tempo per riportare il deficit sotto la soglia del 3% del Pil. ''Ecco, noi danneggiamo l'euro con l'aumento del nostro debito sovrano'', ha aggiunto il
ministro, cercando di difendere i tagli alla spesa che hanno scatenato la protesta dell'opposizione e popolare. Sui mercati, Madrid archivia un'altra giornata di passione: l'asta del Tesoro iberico chiude con la domanda in calo mentre il rendimento dei titoli vola oltre la soglia critica del 7%, un
livello ''insostenibile'' nel medio periodo. Agire sui mercati per far calare la febbre degli spread diventa una priorità. Il nuovo memorandum d'intesa per gli aiuti alle banche ''fino a 100 miliardi di euro'' che arriva oggi all'Eurogruppo (riunito in conference call) non esclude la possibilità di usare parte dei soldi inutilizzati per rispondere ad altre richieste di assistenza finanziaria della Spagna, purché Madrid presenti una nuova domanda, negozi un nuovo memorandum d'intesa e il totale delle assistenze finanziarie non superi i 100 miliardi a disposizione. Nonostante le smentite ufficiali del portavoce del commissario Ue Olli Rehn, rispetto alla prima stesura, il nuovo accordo apre all'ipotesi che Madrid possa usare parte degli aiuti per fare intervenire il fondo salva Stati Efsf.
Il ministro dell'economia, Vittorio Grilli, non vede comunque aumenti del rischio contagio: ''la situazione non è cambiata sostanzialmente rispetto ai giorni scorsi'', ragiona. Parlando al Bundestag, il ministro tedesco delle finanze, Wolfgang Schaeuble, ha invece insistito ''sul rischio potenziale'' per gli altri Paesi dell'eurozona se non si aiuta la Spagna a risollevare le sorti delle proprie banche. A causa dell'estremo nervosismo dei mercati, la Spagna - ha detto chiedendo un voto favorevole al piano di aiuti - ''non è in grado di gestire da sola le difficoltà del proprio settore bancario, messo a rischio dalla bolla immobiliare''. Schaeuble ha assicurato che Madrid in cambio si è vincolata ad impegni precisi e resterà garante degli aiuti. La grande maggioranza dei parlamentari - 473 parlamentari sui 583 presenti - ha condiviso la sua analisi, sfatando per ora l'immagine di una Germania matrigna e non solidale.

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