Anche a Torino segno più per le vendite natalizie

Anche a Torino segno più per le vendite natalizie

Per la prima volta dopo sei Natali di crisi l'Ascom segnala che nessun settore è in calo. Meglio il centro storico delle zone periferiche della città. Bene alimentare,tecnologia e oggettistica, in ripresa l'abbigliamento. Scontrino medio fra i 100 e i 150 euro.

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29 dicembre 2015

Moderato ottimismo con attenzioni ai vari generi merceologici ed alla capacità degli operatori commerciali di attirare l'attenzione dei consumatori. Potrebbe essere questa la fotografia del Natale 2014 a Torino e provincia, considerando che i conti esatti si tireranno soltanto a fine anno. Per la prima volta dopo anni di crisi gli esercenti torinesi sembrano tirare un sospiro di sollievo: la tanto temuta "dèbacle" non c'e' stata e la clientela, dopo un'attenta valutazione, sembra aver ritrovato il gusto per il dono natalizio. I torinesi in generale non hanno infatti rinunciato, in toto e come da copione, al rito del regalo. Certo permane lo stato di incertezza per il futuro che ha imposto, fino all'ultimo fine settimana, maggiori riflessioni sull'entità e sul costo del regalo, ma alla fine i torinesi sembrano aver premiato la "diversificazione", la capacità cioè di ogni singolo operatore commerciale di attirare la clientela, magari esponendo in vetrina capi, gadget e prodotti a prezzo contenuto. Questo, in sintesi, è quanto emerge dall'indagine effettuata da Ascom-Confcommercio di Torino e provincia, attraverso una verifica telefonica diretta presso un pannel di dirigenti delle proprie Associazioni categoriali e territoriali. Bene soprattutto l'alimentare, quest'anno in rampa di lancio fra i doni sotto l'albero, i giocattoli e  l'hi-tech; in leggero aumento rispetto allo scorso anno (dal 2 al 5% fino a punte del 10% a secondo delle varie zone) l'abbigliamento e le calzature. Tengono in media i livelli dell'anno scorso, e in qualche caso li superano, l'"oreficeria" e il settore "libri".

ALIMENTARI- A vincere sulle tavole del Natale è stata sempre la tradizione: il settore alimentare ha sostanzialmente tenuto rispetto ai livelli dell'anno scorso e, per le gastronomie storiche e più specializzate, le vendite natalizie fanno registrare un  segno "più" fino al 3 - 4 %, in linea con lo scorso anno. Un particolare afflusso di clientela si è registrato soprattutto nei giorni precedenti la vigilia: buona anche la vendita di panettoni artigianali, dove il costo medio si aggira fra i 18 e i 20 euro e i cioccolatini fra 25 e i 30 euro a seconda della scatola. Positiva anche la performance dell'Ortofrutta con la vendita di cesti natalizi, costo medio fra i 30-35 euro, a partire dalla metà del mese.

ABBIGLIAMENTO - Contrariamente a quanto paventato non si è registrato in questo settore il temuto calo: i torinesi, dopo anni di crisi, sembrano tornare a guardare all'abbigliamento con un certo interesse. Certo la crisi, il clima e in qualche modo i saldi imminenti possono aver spinto il consumatore a farsi i conti in tasca e a optare per acquisti "pochi ma buoni", magari anche solo un capo - ma di qualità. Nelle vie commerciali battute dal turismo internazionale si sono registrati anche picchi del 10% . Gli acquisti, anche quest'anno, si sono indirizzati soprattutto sull' "accessorio" e sul "piccolo pensiero": sciarpe, guanti, camicie, maglioncini e cravatte. Lo shopping natalizio ha quindi ancora una volta rimarcato la tendenza al "piccolo" e quanto mai oculato acquisto. L'attesa degli operatori dell'abbigliamento è ora tutta nei saldi, anticipati al 3 gennaio per durare otto settimane.

OREFICERIE - Anche in questo settore non si sono registrati particolari cali, bensì una certa attenzione e oculatezza della clientela verso il regalo di valore medio, magari di marca ma che non comporti, nella maggioranza dei casi, una spesa superiore ai 150 euro. Permangono problemi nelle gioiellerie e oreficerie nelle zone commerciali limitrofe al centro storico non toccate dai flussi turistici. 

Per Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia, i segnali sono incoraggianti: "eravamo molto preoccupati – dichiara la presidente – per  un nuovo Natale all'insegna del segno negativo, mentre i primi sondaggi presso i nostri operatori sembrano mostrare un barlume di speranza verso una possibile ripresa. La tenuta del settore dell'abbigliamento potrebbe essere un segnale importante se confermato nei prossimi giorni. Bisogna comunque tenere alta l'attenzione- sottolinea la presidente Coppa. In questi giorni di festa mi sento di condividere le parole di monsignor Nosiglia e il suo richiamo , a chi può , a contribuire a far ripartire i consumi,il modo più importante per favorire l'occupazione. Ancora una voltaconclude Maria Luisa Coppa i torinesi hanno interpretato il Natale come la festa più importante per donare e per stare accanto ai propri cari senza dimenticare la solidarietà verso chi soffre".

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