Anche Confcommercio Umbria si mobilita

Anche Confcommercio Umbria si mobilita

Iniziative su tutto il territorio regionale fino al 13 maggio. Gazebo nelle principali piazze per raccogliere le firme dei cittadini, arrivate già a quota 2.500.

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7 maggio 2012

''Una firma per dire Basta! Basta a nuove tasse per imprese e cittadini, a privilegi, sprechi e
innefficienze. Imprese e famiglie, insieme, chiedono politiche per lo sviluppo, per il rilancio dei consumi, dell'economia e del lavoro'': questo il messaggio con cui Confcommercio Umbria accompagna la propria iniziativa di mobilitazione, contro le scelte del governo e per la ripresa dell'economia, che interesserà tutto il territorio umbro nel corso della settimana dal 7 al 13 maggio.
Una serie di gazebo sarà allestita nelle principali piazze umbre per raccogliere le firme dei cittadini. Personale Confcommercio visiterà le imprese per chiedere di condividere le dieci richieste che saranno presentate, insieme ad altre strutture territoriali della Confederazione, ai ministri del governo che Confcommercio incontrerà a fine maggio, a Roma. ''Gli imprenditori umbri sono allo stremo e vogliono far sentire la loro voce'', ha detto Giorgio Mencaroni, presidente della Confcommercio della provincia di Perugia, nel presentare l'iniziativa in una conferenza stampa, a Perugia, alla quale ha presto parte anche Paolo Cianfoni, coordinatore Confcommercio della provincia di Terni. ''Porteremo la nostra voce dentro i palazzi del governo - ha aggiunto Mencaroni - per chiedere misure che ci consentano di fare impresa e di continuare a dare lavoro ai nostri dipendenti e collaboratori. Gli ultimi dati ci dicono che, con le sue imprese commerciali e turistiche, il terziario rappresenta oggi circa il 30 per cento delle imprese totali nella provincia di Perugia, e che lo scorso anno è riuscito in qualche modo a reggere, in termini numerici e occupazionali. Ma la crisi viaggia più veloce delle statistiche: la spirale che ha già investito gli altri settori presto arriverà anche al commercio, che finora ne ha assorbito gli espulsi. Cosa succederà quando i nuovi sacrifici imposti dal governo si combineranno con il crollo dei consumi, che nella provincia di Perugia è arrivato a misurare meno 3,8%? Non ci rassegniamo a dover chiudere le nostre attività per eccesso di burocrazia, tasse e balzelli di ogni tipo. Perché le banche ci chiudono gli sportelli.
Perché tutti ci obbligano ai sacrifici mentre nessuno ci propone una visione del futuro''. ''Le imprese del terziario, specie se piccole o piccolissime, che avevano riposto aspettative nel nuovo governo dei tecnici, si trovano oggi in una condizione di difficoltà senza precedenti'', ha sottolineato da parte sua Aldo Amoni, presidente di Confcommercio Umbria. ''Rischiano di dover chiudere i battenti,
dopo aver impegnato tutto: un patrimonio di risorse, energie, progetti e speranze. Per questo - ha concluso Amoni - siamo costretti, oggi, a dare vita ad una iniziativa di protesta senza precedenti, nella quale vogliamo coinvolgere le famiglie e i cittadini umbri, costretti, come noi, a pagare il prezzo troppo salato della crisi''.

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