In Italia torna la "voglia" di casa

In Italia torna la "voglia" di casa

Secondo i dati Fimaa, cresce la fiducia tra i consumatori grazie al calo dei tassi di interesse sui mutui. Il 13,8% dei consumatori sta progettando di comprare casa.

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16 febbraio 2024

Gli italiani sono tornati a pianificare l'acquisto della casa: il numero di persone interessate a comprare è infatti cresciuto in un anno del 13,8%, spinte sia dall'andamento del mercato delle locazioni che dal calo del tasso di interesse sui mutui. Questa la fotografia scattata dall'Ufficio studi di Fimaa, la Federazione italiana mediatori agenti d'affari aderente a Confcommercio, nella consueta indagine sul mercato immobiliare residenziale. Una serie di fattori, ripresi anche dall'Istat nel report di gennaio sulla fiducia di consumatori e imprese, hanno confermato che la diminuzione dei tassi di interesse sui mutui ha iniettato una maggiore sicurezza tra chi desiderava comprare un'abitazione.

Per quanto riguarda le vendite, secondo i dati di Fimaa nel corso del 2023 il mercato ha attraversato una fase di transizione, con una netta ripresa nell'ultimo quadrimestre. I dati forniti dall'Agenzia delle Entrate hanno infatti evidenziato che nei primi nove mesi dell'anno scorso le vendite sono calate dell'11,8% ma, stando alle rilevazioni degli associati alla Federazione, il divario nell'arco dell'intero anno si ridurrà al 10,6%.

I prezzi della abitazioni in generale hanno registrato un aumento dell'1,8%, grazie soprattutto alla spinta delle abitazioni nuove, che a ottobre 2023, sempre secondo l'Istat, hanno registrato un aumento dell'8%. "Questo dato - ha commentato Santino Taverna, presidente Fimaa - dimostra che chi cerca casa presta sempre più attenzione a unità immobiliari efficientate energeticamente per un risparmio sui costi di gestione". Dal 2010 le abitazioni nuove hanno infatti accresciuto il loro valore del 22,6% al lordo dell'inflazione. Nonostante il forte aumento della domanda, però, la percentuale delle case nuove vendute rispetto al totale risulta dimezzata, principalmente per carenza di offerta (17,7% nel 2023 contro il 34,8% del 2010).

Tra i fattori che hanno trainato il mercato ci sono anche i canoni di locazione alti e la forte richiesta di abitazioni in locazione. Un aspetto che ha portato molti piccoli e medi investitori a puntare sull'acquisto di abitazioni da mettere a reddito (58,4%). Per i grandi investitori restano invece più gettonati gli immobili nelle prime location urbane o turistiche (6%).

A frenare gli scambi troviamo gli alti costi di ristrutturazione (44,7%), il timore per la congiuntura economica, i tassi dei mutui e l'occupazione (36,1%). Il 17,6% degli agenti associati a Fimaa ritiene inoltre che il mercato sia penalizzato dal quadro normativo e fiscale, come ad esempio la classificazione energetica e la tassazione sulle plus-valenze per gli immobili che hanno usufruito del Superbonus 110%.

Passiamo invece alle attese sulla prima parte del 2024: circa la metà degli agenti Fimaa è convinto che il numero delle transazioni calerà (lo scorso anno erano invece il 61,5%), mentre crescono sia le aspettative di stabilità (38,7%) e sia quelle di un aumento (16%). La maggior parte degli associati (65,1%) ritiene inoltre che i prezzi non subiranno particolari variazioni, solo il 19,5% prevede un calo e il 15,3% un aumento. Inoltre per la metà degli agenti Fimaa (il 45,1%) la domanda di abitazioni si manterrà stabile, mentre il 27% confida in un miglioramento. Rimane pressoché identica la percentuale di chi si attende un peggioramento. L'offerta di immobili, per la maggioranza assoluta degli agenti (57,7%) il livello rimarrà stabile, il resto si è diviso equamente tra quanti confidano in un aumento e quanti temono una diminuzione.

Per quanto riguarda il mercato delle locazioni si è registrato un aumento dei canoni del 5%, in particolare i contratti transitori che crescono del 6,7%, mentre quelli concordati salgono del 2,4%. Secondo le elaborazioni dell'ufficio studi Fimaa Italia sui dati dell'Agenzia delle Entrate, il canone medio è di 532 euro mensili. I proprietari degli immobili preferiscono i contratti di lunga durata (49%) o convenzionati (27,4%), le percentuali si riducono notevolmente per chi opta per un contratto transitorio (19,1%), o per le locazioni agli studenti (4,4%).

"Gli agenti Fimaa - ha aggiunto Andrea Oliva, coordinatore dell'Ufficio Studi della Federazione - ritengono che per i mesi a venire il mercato delle locazioni sarà caratterizzato da un forte 'mismatch'. Praticamente due associati su tre (per l'esattezza il 62,4%) ritengono che la domanda di immobili in affitto crescerà nei mesi a venire, probabilmente a causa della difficoltà di accedere a un mutuo e agli alti tassi d'interesse. Il 34,2% ritiene invece che la domanda si manterrà stabile. Il 3,3% ipotizza un calo. Sul lato dell'offerta di immobili, quasi la metà degli associati (43,9%) teme che la disponibilità si ridurrà ulteriormente. Il 48,8% ritiene che si manterrà stabile, appena il 7,3% parla di un aumento. Per quanto riguarda i canoni, infine, il 58% ritiene che ci saranno ulteriori aumenti, il 37,1% che rimarranno stabili, meno del 4,9% ipotizza un rilassamento", ha concluso Oliva.

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