Copia privata: in arrivo le nuove tariffe per un fenomeno inesistente

Copia privata: in arrivo le nuove tariffe per un fenomeno inesistente

Andec sottolinea "un evidente ed ingiustificato aggravio dei costi motivati da un fenomeno praticamente scomparso nelle abitudini del consumatore italiano".

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30 giugno 2020

Con un surreale comunicato stampa, scarno e impreciso, pubblicato la sera di venerdì 26 giugno sul proprio sito istituzionale, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha reso noto che è stato firmato il nuovo decreto che determina i compensi per la copia privata di opere protette dal diritto d’autore e riproduce il testo dell’allegato tecnico contenente le nuove tariffe.

Nel comunicato, che tace circa tempi di pubblicazione e di entrata in vigore del provvedimento, il Ministero afferma testualmente: “Come annunciato nelle scorse settimane dal Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini, il provvedimento non prevede incrementi”.

Per Andec “non si capisce il senso di una tale affermazione, che suona beffarda per produttori e importatori di decoder televisivi, smartphone, smartwatch e fitness tracker, solo per fare qualche esempio, i cui prodotti subiscono un evidente ed ingiustificato aggravio dei costi motivati da un fenomeno, la ‘copia privata’ appunto, che semplicemente è praticamente scomparso nelle abitudini del consumatore italiano grazie allo sviluppo della tecnologia per la fruizione di contenuti”.

Il senso dell’affermazione ministeriale, però, è probabilmente chiarito dal seguito del comunicato, dove si legge che "Il provvedimento contempera l’esigenza di assicurare la giusta remunerazione dell’attività creativa e artistica degli autori, interpreti, esecutori e produttori con un’adeguata tutela giuridica dei diritti di proprietà intellettuale e la necessità di un’incidenza proporzionata e ragionevole del meccanismo di prelievo alla fonte destinato ad alimentare tale compenso”. In sostanza, non ha importanza che la copia privata non esista più: ciò che conta è reperire risorse attingendo ad un meccanismo di prelievo destinato ad alimentarle.

Andec “ribadisce con forza la propria posizione: non ha senso continuare a gravare le imprese del comparto tecnologico con un prelievo ingiustificato ed irrazionale. Occorre mettere mano alla norma di legge che disciplina la materia e individuare nuovi e diversi meccanismi di remunerazione del diritto d’autore, senza continuare a scaricare sui settori dell’elettronica di consumo, dell’Ict e dell’orologeria gli oneri destinati a finanziare la Siae e (parzialmente) i produttori dei contenuti: in questo modo si  penalizza in misura sproporzionata un mercato per compensarne un altro così come si continua a penalizzare le imprese italiane che operano nella legalità, le quali continueranno a subire la concorrenza sleale di coloro che evadono gli obblighi di legge, con particolare riguardo al canale e-commerce gestito da operatori esteri spregiudicati e difficilmente controllabili”.

 

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