ANNO ACCADEMICO 2000-2001 DELLA LINK CAMPUS

ANNO ACCADEMICO 2000-2001 DELLA LINK CAMPUS

Roma, 24 gennaio 2001 (testo integrale)

DateFormat

24 gennaio 2001
Con l’inizio del III millennio la Economia del Mondo sta cambiando

Intervento di Sergio Billè all'inaugurazione dell'Anno Accademico 2000-2001 della Link Campus University of Malta

 

Roma 24 gennaio 2001

 

Cresce d'intensità, nel nostro paese, la discussione sulla new economy. Molte analisi, spesso condivisibili, intorno alle opportunità derivanti dall'e-commerce e, più in generale, dall'impatto della rivoluzione tecnologica del sistema delle telecomunicazioni sulle attività di produzione e di scambio; interessi forti decisi a cogliere un'occasione decisiva per il riassetto del "salotto buono" del capitalismo italiano; qualche euforia borsistica di troppo. Anche la politica partecipa al dibattito, riconoscendo la centralità della e-economy per le prospettive della competitività del paese.

 

L'evoluzione tecnologica, il "world wide web", le telecomunicazioni e l'e-commerce cambiano, intanto, il modo di fare business per le aziende fornitrici e per quelle utilizzatrici; nascono nuove figure professionali, mentre quelle già esistenti ampliano le loro competenze o cambiano il loro profilo tradizionale. Con un approccio definitorio, potremmo dire che la “Net Economy” indica lo spostamento del sistema economico dal valore aggiunto sviluppato dalla produzione industriale di beni (fisici) verso un più elevato valore aggiunto attribuibile alla fornitura di prodotti "immateriali" basati sulla conoscenza, come nel caso del software informatico; ma anche l'impatto di Internet e delle nuove tecnologie in termini di modifica della "dimensione" del mercato, di modalità e livelli di competitività.

 

Un po' più in ombra è invece finora restata la riflessione sulle "condizioni", sui "requisiti" per una partecipazione forte e territorialmente diffusa alla nuova frontiera dello sviluppo. Il punto è infatti che, anche su questo terreno, le "opportunità" vanno costruite. Il nuovo paradigma tecnologico ed economico della Rete ci consente di ripensare lo sviluppo assumendo come meno vincolante la dialettica tra centro e periferia, ma al contempo ci impone di misurarci né più né meno che con l'orizzonte della competizione globalizzata.

 

Certo, nessuna condanna al ruolo definitivo di "late comers". Nel '96, l'Estonia decide di impegnarsi a fondo in un progetto di diffusione della cultura informatica e delle tecnologie, a partire dalle scuole. Oggi il 10% degli abitanti è collegato con la Rete e la diffusione dei personal computers è superiore a quella della Francia e dell'Italia. "Per un paese piccolo come il nostro - dichiara il Presidente dell'Estonia, Lennart Meri - Internet è il tetto del mondo". In Finlandia, Nokia ha compiuto in pochi anni la trasformazione da azienda in crisi a "blue chip" europea delle telecomunicazioni.

 

Casi di successo, dunque. Ma è un successo che è, sempre e comunque, progettato e costruito sulla base di scelte di politica economica che - innescando processi collaborativi tra funzioni pubbliche e forze di mercato - concorrono alla realizzazione di condizioni favorevoli alla diffusione della new economy.

 

L’elenco di queste condizioni è poi il consueto: formazione (quella vera!), innovazione e ricerca, comunicazioni e trasporti, pubbliche amministrazioni e servizi finanziari efficienti, convenienze fiscali e salariali, flessibilità nei rapporti di lavoro e - last but not least - sicurezza. Condizioni “consuete”, dicevo: cioè necessarie per attrarre dall’esterno energie ed investimenti, ma anche per consentire al tessuto delle piccole e medie imprese locali di entrare in rete, soprattutto, di divenire aziende davvero “web-oriented”. Laddove tali condizioni, anche parzialmente, sono state realizzate e messe a sistema, i risultati sono arrivati: l’“Etna-Valley” lo dimostra, sul versante della possibilità attrattiva dei grandi soggetti imprenditoriali multinazionali non meno che su quello dell’incubazione territoriale dell’“high-tech”. La partita, insomma, è tanto aperta quanto vitale: si tratta di partecipare da protagonisti all’impatto “dell’e-commerce” e della “new-economy” sul sistema delle imprese o di subire passivamente gli effetti di disintermediazione indotti dalla rete tanto nell’area del business – to – business, quanto nell’area del business – to – consumer. Costruire questo percorso di sviluppo è certamente responsabilità delle forze sociali e delle istituzioni attive sul territorio. Ma fondarne le condizioni richiede anche una “politica” che torni a pensare in grande.

 

Non a caso aprivo il "catalogo" delle condizioni con la formazione. Tutte quelle attive nella Internet Economy sono figure ad alta specializzazione e competenza, molto difficili da reperire sul mercato, sia per carenza numerica, che per il loro elevato costo. Diventa, pertanto, decisiva la qualificazione professionale del fattore umano e l’innovazione cognitiva nel settore dell’economia. Si crea, infatti, l’esigenza di risorse umane dotate di capacità manageriali innovative e creative, capaci di disegnare e definire relazioni di network interattivo per i processi di business nella nuova organizzazione del mercato. Di qui la necessità di investire adeguatamente sui processi educativi, formativi, di ricerca e sviluppo finalizzati alla creazione di occupazione nell'ambito della crescita della “Net Economy”.

 

L'esigenza di figure professionali per la “New Economy” ha però trovato il mercato del lavoro italiano sostanzialmente impreparato : sia dal punto di vista dei curricula scolastici ed accademici che sotto il profilo degli incentivi per la formazione. Il risultato : aziende a crescita rapida che non trovano competenze professionali adeguate, e costo del lavoro crescente come freno ad ulteriori possibilità di sviluppo del settore. Formazione, qualità e quantità delle risorse professionali costituiscono, dunque, un "collo di bottiglia" per la “Net Economy”, con riflessi significativi sulla competitività delle aziende italiane.

Rispetto ai sistemi formativi delle aree "leaders", in cui la crescita della "competizione immateriale" si colloca in posizione strategica, il nostro Paese solo di recente ha intrapreso un'azione sistematica : attraverso un’intensa attività di confronto tra le parti sociali e l'azione di Governo e Parlamento, stanno venendo alla luce alcune questioni chiave delle istituzioni scolastiche ed universitarie : riforma della scuola secondaria, riordino dei sistemi di formazione professionale, riforma dell’Università stessa. Troppo spesso, però, ci sembra che il problema formativo venga affrontato, anche nei più recenti programmi di Governo, sul solo piano delle tecnologie e meno su quello delle implicazioni sul piano dei processi.

 

Vanno benissimo i Pc per gli studenti od i prestiti garantiti ai diciottenni per la formazione new economy od anche il supporto finanziario alle attività di ricerca ed alla nuova impresa (tutti provvedimenti inseriti in Finanziaria). Il problema è che queste azioni, pur meritorie, non basteranno, se non si riuscirà contestualmente a produrre una classe manageriale – lo dico chiaramente e fuor di metafora - che “abbia le basi culturali” per governare le nuove tecnologie.

 

E’ in questo scenario che la Link Campus – filiazione dell’antica e prestigiosa Università di Malta- ha posto al centro della sua attività di ricerca e di formazione la “Net Economy” con il suo impatto sugli studi dell’Economia, dell’Azienda, del Diritto, della Comunicazione e degli stessi studi politici internazionali.

 

Ben venga il suo impegno, perché ve ne è bisogno. Bisogno per rispondere alle sfide della competizione globale e promuovere l’occupazione; bisogno per un paese come il nostro paese, che è dunque chiamato allo sviluppo di un programma di intervento, che assicuri maggiore interscambio culturale ed operativo tra il mondo della domanda di lavoro e quello dell'offerta formativa (per lo più universitaria o collegata all’università).

A tutti - corpo accademico e studenti - i migliori auguri di buon lavoro.

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca