La manovra resta in stand by, ancora nodi da sciogliere

La manovra resta in stand by, ancora nodi da sciogliere

La legge di bilancio non è ancora stata trasmessa alle Camere e resta oggetto, anche in queste ore, di continui aggiustamenti e limature. Ancora contrasti sul taglio del cuneo fiscale, mentre su sugar tax, plastic tax e cedolare secca sugli affitti sociali la partita si riaprirà in Parlamento.

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28 ottobre 2019

La manovra si avvia ad incassare il primo via libera Ue, ma il testo ancora non c'è. A due settimane dall'approvazione salvo intese, infatti, la legge di bilancio non è ancora stata trasmessa alle Camere e resta oggetto, anche in queste ore, di continui aggiustamenti e limature. I nodi ancora da sciogliere sono diversi, dagli strumenti per aiutare le famiglie ai paletti per la flat tax delle partite Iva. E il leader M5S Luigi Di Maio, chiedendo al più presto un chiarimento in maggioranza, torna anche sul taglio del cuneo fiscale. In manovra, seguendo lo stesso schema già adottato per reddito di cittadinanza e Quota 100, si dovrebbe solo introdurre un fondo ad hoc (da 3 miliardi che poi crescono fino a 6 negli anni successivi), rinviando a un ulteriore provvedimento collegato la definizione dei dettagli. Ma "bisogna capire a chi va" questo taglio delle tasse sul lavoro, rilancia Di Maio, che non ha mai nascosto la preferenza del Movimento per un intervento in favore delle imprese. La misura però, come rivendica il Pd, dovrebbe essere tutta concentrata sull'alleggerimento delle buste paga dei dipendenti mentre solo in un secondo momento, come ha spiegato lo stesso premier Giuseppe Conte, si cercheranno altre risorse da dirottare anche sulle aziende. Difficile che si possano trovare grosse cifre subito: certo, il disco verde di Bruxelles - che non rigetterà la bozza del bilancio italiano né chiederà, almeno per ora, nuovi scambi di lettere - spiana la strada alla prima manovra giallorossa ma i saldi, come hanno detto nei giorni scorsi Conte e il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, non si possono toccare.  Anche perché la lista delle richieste è lunga: su sugar tax, plastic tax e anche la cedolare secca sugli affitti sociali la partita si riaprirà in Parlamento. Mentre potrebbe trovare posto anche la riconferma del bonus verde. Già nel testo arriveranno invece diverse novità per i sindaci: dai 110 milioni del fondo per compensare i Comuni del mancato gettito Imu-Tasi, che interesserà 1.400 enti, alla stabilizzazione dei finanziamenti per 500 milioni l'anno per gli investimenti in efficienza energetica e sviluppo sostenibile. Dal 7 novembre poi si aprirà un tavolo, operativo fino a fine manovra, per accogliere le istanze dei primi cittadini, da quella di alzare a 1.500 euro le indennità per chi giuda i piccoli Comuni a quella di avere un sostegno per gestire meglio crediti inesigibili e debiti.  Ancora da definire, invece, la questione delle partite Iva e quella degli aiuti alla famiglia: per gli autonomi i 5S chiedono ancora di alleggerire il tetto massimo di investimenti che consentono l'accesso al regime agevolato (20mila euro). Mentre Elena Bonetti ha chiesto di sfruttare i 600 milioni aggiuntivi per potenziare gli attuali strumenti per la famiglia, dal bonus bebè al voucher per gli asili nido che consentirà, insiste anche Gualtieri, di offrire il "rette gratuite per la maggior parte della popolazione". Si discute ancora sull'opportunità di riunire già ora tutte le risorse in un fondo unico e su chi lo deve gestire, se il ministero della Famiglia o quello del Lavoro e delle politiche sociali, guidato dalla M5S Nunzia Catalfo.

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