Anseb: a Trento appalto "anomalo" su gara pubblica da 87 milioni di euro

Anseb: a Trento appalto "anomalo" su gara pubblica da 87 milioni di euro

Duro il commento di Franco Tumino, presidente Anseb, l'associazione emettitori buoni pasto aderente a Fipe-Confcommercio, nel commentare l'esito della gara della Provincia di Trento per l'assegnazione del servizio sostitutivo di mensa, attraverso buoni pasto elettronici. Fipe: "Esercenti vittime dei buoni pasto".

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26 settembre 2013

 

"Ancora una volta si è fatto ricorso a sotterfugi e astuzie pur di riuscire a mettere le mani su una gara d'appalto da decine e decine di milioni di euro con la pubblica amministrazione".  E' duro il commento di Franco Tumino, presidente Anseb, l'associazione emettitori buoni pasto aderente a Fipe-Confcommercio, nel commentare l'esito della gara della Provincia di Trento per l'assegnazione del servizio sostitutivo di mensa, attraverso buoni pasto elettronici, del valore complessivo di 87 milioni di euro, aggiudicata ad una offerta a suo avviso evidentemente anomala perché la società vincitrice si ritroverebbe a lavorare in perdita. "Il committente – prosegue Tumino – ha colpevolmente preso per buone alcune giustificazioni dell'offerta risibili e non le ha giudicate per quello che sono: un'astuzia da finanza creativa. Daremo assistenza alle società nostre associate che sono danneggiate da offerte economicamente insostenibili e dal comportamento opportunista delle committenze che non si oppongono ai trucchi dei ribassisti ad ogni costo, impugnando nelle sedi opportune l'esito della gara d'appalto". Secondo Anseb, per mascherare un'offerta anomala la società vincitrice avrebbe inserito una voce ingiustificata nel prospetto contabile: circa l'1% di buoni pasto che teoricamente, pur a fronte della erogazione certa del servizio da parte dei ristoratori, non verrebbero da questi fatturati e quindi non verrebbero pagati loro. Tale percentuale ammonta a un valore di quasi 800.000 euro che rappresenterebbe quindi un maggior guadagno per l'emettitore. Senza questi fantasiosi proventi – è questa la considerazione di Anseb – l'offerta presentata non sarebbe stata in piedi, poiché sarebbe risultata del tutto priva della copertura delle spese generali e del margine di guadagno per la stessa società. A rendere bizzarra la previsione di mancati pagamenti ai ristoratori per quasi 800.000 euro è il fatto che la gara di appalto prevede un sistema di buoni pasto da erogare per il tramite di una carta elettronica o di mensa diffusa e non con il sistema dei buoni pasto in versione cartacea. Contrariamente a quanto può accadere con il ticket cartaceo, lo strumento elettronico riduce le possibilità di perdita o di scadenza dei buoni pasto, rendendole vicino allo zero. Di più, in questo caso a risultare danneggiati potrebbero essere solo gli esercenti nel caso in cui la parcella proforma non venisse fatturata. "In questo modo – conclude Tumino – se non si tratta di un pretesto contabile, viene minato il concetto stesso di servizio agli utenti e di giusto riconoscimento della loro prestazione ai ristoratori che a fronte di un pasto certamente erogato non si vedranno rimborsati almeno l'1% delle fatture. È come se fosse stato messo nero su bianco che saranno sopportati dai ristoratori costi per 800.000 euro,  ma che questa stessa cifra non sarà loro pagata".

 

Fipe: "Esercenti vittime dei buoni pasto" 

 

"Dispiace sapere che, ancora una volta, a fare le spese dell'assegnazione di una gara d'appalto, in questo caso della Provincia di Trento, per l'assegnazione dei buoni pasto ai dipendenti pubblici potrebbero essere gli esercenti". È questo il commento di Lino Stoppani, presidente Fipe, la federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio – Imprese per l'Italia, a seguito dell'allarme lanciato ieri da Anseb, l'associazione che riunisce alcuni degli emettitori di buoni pasto. A creare preoccupazione potrebbe essere l'eventualità di non veder riconoscere agli esercenti il costo di alcuni pasti e relativo servizio certamente erogato ai dipendenti della pubblica amministrazione. Stando alla denuncia di Anseb, secondo un meccanismo da finanza creativa la società vincitrice avrebbe presentato un'offerta, altrimenti anomala, tutta incentrata su un margine di maggior guadagno dovuto all'1% di buoni pasto scaduti o smarriti che garantirebbero alla stessa società di tenere nelle sue casse fino a 800.000 euro. Una voce resa inconsistente dal fatto che il lotto in questione prevedeva la distribuzione dei buoni pasto con lo strumento elettronico che, a differenza di quanto può accadere con il tagliando di carta, rende quasi nulle le possibilità di smarrimento o scadenza del ticket stesso. "Non vorremmo – sostiene Stoppani – che fosse stato messo nero su bianco un mancato risarcimento di pasti e relativo servizio forniti dai ristoratori ai dipendenti della pubblica amministrazione".

 

 

 

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