Arriva l'Investment Compact per "agganciare" la ripresa, anzi no

Arriva l'Investment Compact per "agganciare" la ripresa, anzi no

Il decreto, al contrario di quanto annunciato, non sarà oggi in Consiglio dei Ministri. L'ordine del giorno infatti sarà dedicato principalmente al ddl antiterrorismo.

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20 gennaio 2015

 

Regole certe per attrarre i grandi investitori (soprattutto esteri). Spinta al credito per le Pmi, strada spianata al rientro dei grandi marchi, per arginare la fuga del 'made in Italy'. Ma anche misure per il credito e per il risparmio, come il cambio facile del conto corrente. Prende forma l'Investment compact. Il decreto però non arriverà oggi in Consiglio dei ministri: l'ordine del giorno infatti è stato quasi esclusivamente dedicato alle norme sulla lotta al terrorismo. Tornando nel merito del decreto, si profilerebbe anche l'introduzione della riforma per banche popolari e credito cooperativo, ipotesi che ha sollevato polemiche e preoccupazioni sia politiche sia tra gli addetti ai lavori, oltre a una altalena in Borsa per gli istituti quotati. Che il decreto per gli investimenti conterra' anche interventi su aspetti importanti del credito e' lo stesso Matteo Renzi a confermarlo all'assemblea dei senatori del Pd. Ma la limatura del testo e' proseguita fino all'ultimo, con un lungo vertice tra il presidente del Consiglio, Federica Guidi e Pier Carlo Padoan: Sviluppo economico ed Economia infatti hanno lavorato a stretto contatto con la struttura di Palazzo Chigi per individuare le misure che prioritariamente dovranno trovare spazio nel provvedimento. Difficile al momento, si spiega, che si possa gia' procedere anche alla creazione di una sorta di 'cabina di regia', una Agenzia unica per gli investimenti - nonostante l'idea fosse gia' stata valutata al Cdm della vigilia di Natale - in cui far confluire Ice, Invitalia e magari anche Enit (l'agenzia per il Turismo). Di rilancio degli investimenti, turismo, e supporto alle nostre aziende all'estero Renzi avrebbe parlato diverse volte anche con Luca Cordero di Montezemolo, per il quale gia' si ipotizza un ruolo legato alla 'super agenzia' (magari come consigliere del premier), ma per il momento non ci sarebbe niente di piu' di un confronto su temi da sempre cari al neo presidente di Alitalia. Ancora in bilico sarebbe anche la scelta di utilizzare il veicolo dell'Investment compact per la creazione di una societa' (o un fondo) a partecipazione pubblico-privata per sostenere con liquidita' fresca le ristrutturazioni aziendali. La prima a usufruirne potrebbe infatti essere l'Ilva, ma proprio per avere certezza che il nuovo strumento, nonostante la finalita' generale, sia disponibile in tempo per le acciaierie di Taranto, si sta ancora valutando se passare invece attraverso il decreto Ilva, gia' in discussione in Senato. Tra le novita' arriva intanto la certezza sulle "regole del gioco" per i grandi investitori che sceglieranno di impegnarsi per almeno 500 milioni (e almeno 100 milioni l'anno). Per loro si prevede una procedura di ruling con lo Stato con la garanzia di non vedersi poi applicare, in modo retroattivo, eventuali cambiamenti della normativa, fiscale e amministrativa. Mentre per invogliare i grandi gruppi del lusso, ma anche del 'food', che sono migrati all'estero a tornare in Italia si estende ai marchi commerciali l'incentivazione fiscale introdotta con la legge di Stabilita' per i brevetti (il cosiddetto 'patent box'). Numerosi anche gli interventi in favore delle Pmi: dal restyling del Fondo centrale di garanzia (compresa la garanzia statale sulle cartolarizzazioni per poter poi cedere i titoli alla Bce nell'ambito del piano di acquisti degli Abs mezzanine) all'introduzione di nuovi strumenti come gli 'Industrial development bond' emessi da reti di imprese con l'esplicita finalita' di sviluppare o consolidare filiere produttive o distretti. Vengono poi definite le 'Pmi innovative' che avranno un registro ad hoc e agevolazioni simili alle start up innovative, compresa la possibilita' di finanziarsi con il 'crowdfunding'. Allo studio anche misure per favorire i finanziamenti da parte dei 'business angels'. Ma il provvedimento guarda anche ad altri settori come i beni culturali (vengono semplificate le procedure per le sponsorizzazioni di interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio) o il sociale, con l'introduzione del 'social bond' per le iniziative etiche e sociali (con tassazione sui rendimenti al 12,5% come per i titoli di Stato).

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