Cashback, partita la fase sperimentale
Cashback, partita la fase sperimentale
Ha preso il via il programma di rimborsi sui pagamenti con carte, bancomat e app per i pagamenti elettronici, a regime da gennaio. Per Natale premio extra fino a 150 euro.
È partito l'8 dicembre il Programma Cashback, uno dei progetti del governo per ridurre l'uso dei contanti e e che insieme alla Lotteria degli scontrini fa parte del Piano Italia Cashless.
Il meccanismo è pensato per incentivare gli acquisti quotidiani, compresi i micropagamenti, e ridurre in tutti i campi l'utilizzo del contante. Per cambiare le abitudini di consumo aiuterà anche la scelta di Pagobancomat di azzerare le commissioni sui pagamenti sotto i 5 euro per i prossimi 2 anni, facilitando così gli esercenti a dotarsi del Pos.
Il mese di dicembre rappresenterà la fase "sperimentale" e darà diritto a un extra-cashback da massimo 150 euro sugli acquisti di Natale, soldi che saranno accreditati sul conto corrente a partire da febbraio. A gennaio si entrerà, invece, a regime con due rimborsi l'anno da 150 euro, ogni 6 mesi, e due "supercashback", cioè due rimborsi da 1.500 euro per i primi 100mila cittadini che faranno più transazioni.
CONFCOMMERCIO: "IL SISTEMA CASHLESS DOVREBBE ESSERE GRATUITO"
"In considerazione dell’obbligo di legge di accettazione di pagamenti tramite carta, il sistema cashless dovrebbe far proprio il principio della gratuità effettiva dell’uso e dell’accettazione degli strumenti elettronici di pagamento". Lo sottolinea Confcommercio in un documento inviato in commissione Attività produttive alla Camera in occasione di un'audizione sul rilancio del commercio alla luce della crisi causata dall'emergenza epidemiologica. Per la Confederazione, occorre escludere penalizzazioni sul ricorso al contante e promuovere una sempre maggiore trasparenza su costi e commissioni legati all’utilizzo della moneta elettronica, "stimolando una reale concorrenza fra i diversi sistemi in grado di minimizzare l’impatto economico su consumatori ed esercenti". Inoltre, “va istituita una sede di monitoraggio della diffusione dei pagamenti digitali e dei loro costi e si rendono necessari, intanto, sia il potenziamento del credito d’imposta a valere sulle commissioni a carico degli esercenti per le accettazioni degli strumenti di moneta elettronica sia il rinvio della 'lotteria degli scontrini' per ritardi e costi di adeguamento dei registratori telematici. Crediamo, quindi, che la modernizzazione del sistema dei pagamenti del nostro Paese vada perseguita in un contesto di complementarietà tra l’uso delle banconote, i pagamenti elettronici e i servizi digitali", prosegue il documento.
Quanto all'e-commerce "è un problema molto grave perché crea distorsioni competitive molto forti". Per Confcommercio, infatti, "non si sa dove paghino le tasse" i grandi siti di commercio online, che "riescono a sfruttare le maglie larghe del fisco". Inoltre, le società di e-commerce "hanno redditi molto bassi e non producono ricchezza per il sistema". Quindi, "occorre trovare una web tax per intercettare questi fatturati".
La Confederazione sottolinea infine che nelle previsioni di utilizzo del Recovery fund dovrebbe essere "ricompreso il finanziamento di un 'Progetto per le città e le economie urbane' dedicato al sostegno di iniziative di rigenerazione urbana, mediante partenariati pubblico-privati tra amministrazioni territoriali ed organizzazioni imprenditoriali e sociali".