Per il presidente Bertin "magari non tutta, ma una buona parte" della "paura di spendere" è "la conseguenza diretta delle tasse che il governo da una parte e gli enti locali dall'altra stanno scaricando sui contribuenti".

"Sicuramente la scoperta dell'acqua calda ha richiesto un impegno maggiore. Dice infatti l'Istat che i famosi 80 euro di Renzi in busta paga non si sono tradotti in una ripresa dei consumi ma in una crescita del risparmio. Viene da chiedersi: chissà mai perché? Una risposta è arrivata dallo stesso premier che ha dichiarato: 'la paura è il nostro nemico non solo a livello geo-politico ma anche a livello economico. Dice l'Istat che gli 80 euro iniziano a funzionare ma rimangono nelle tasche della gente perchè la gente ha paura'". Così il presidente di Ascom Confcommercio Padova, Patrizio Bertin. "Ma paura di che cosa? Io credo - commenta il presidente dell'Ascom - che magari non tutta, ma una buona parte di paura sia la conseguenza diretta delle tasse che il governo da una parte e gli enti locali dall'altra stanno scaricando sui contribuenti con l'obiettivo, peraltro nemmeno raggiunto, di far quadrare i conti di una spesa pubblica che continua a salire e che sembra nessuno sia in grado di fermare o, peggio, non voglia fermare''. "Una constatazione che all'Ascom stiamo facendo da mesi, giusto da quando gli 80 euro si sono affacciati al dibattito politico-sociale, ma che adesso trova anche il ''conforto'', si fa per dire, dell'istituto di statistica. Non serve un genio della finanza - conclude Bertin - per capire che la gente ha dovuto sborsare belle cifre di nuove tasse o di vecchie in qualche modo ''rimodulate'' (cioè aumentate). Se poi, una volta pagate quelle già scadute, alle famiglie è rimasto qualcosa, è evidente che quel qualcosa lo hanno destinato al risparmio perché temono che nuove tasse siano all'orizzonte. E come dargli torto? Il nuovo catasto è lì infatti a ricordare che un'altra stangata si profila all'orizzonte".