Ascomac: "Governo ok sull'ecobonus, ora serve una politica per le città"

Ascomac: "Governo ok sull'ecobonus, ora serve una politica per le città"

Secondo l'Associazione, "il recepimento della direttiva Edifici a energia quasi zero è un'occasione unica di lavoro per l'edilizia sostenibile e la rigenerazione urbana".

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15 luglio 2013

 

L'inserimento della proroga degli "ecobonus" nel Decreto di recepimento della direttiva Edifici a energia quasi zero, è una grande occasione di rilancio della rigenerazione e riqualificazione urbana e del territorio.

E' questo il messaggio lanciato alle istituzioni da Ascomac, la Federazione Nazionale Commercio Macchine che aderisce a Confcommercio, secondo la quale dagli interventi verticali di incentivo all'infisso o alla caldaia, bisogna passare ad una seria politica per le Città ed il Territorio, attraverso Programmi orizzontali di ristrutturazione, recupero, manutenzione e miglioramento della sicurezza statica e antisismica e dell'efficienza energetica del patrimonio edilizio.

Secondo Carlo Belvedere, segretario generale di Ascomac, "occorre lasciare al cliente finale e al progettista libertà di scelta della migliore tecnologia ad alta efficienza da applicare al caso concreto, così come prevede la Direttiva 2010/31/UE, tutelando altresì la concorrenza ed il mercato. Per questo motivo l'aiuto all'investimento deve riguardare tutti i sistemi ad alta efficienza. E' altrettanto importante evitare che, per mera convenienza economica, il cliente finale scelga la tecnologia in funzione dell'incentivo più vantaggioso per lui, ma pur sempre oneroso per la collettività". Bisogna così assicurare parità di trattamento tra tecnologie per l'alta efficienza nella generazione/consumo in sito.

Ascomac ha richiesto a Governo e Parlamento l'inserimento - nel testo della Legge di conversione del D.L. n. 63/2013, all'art. 14, comma 1 - delle spese per l'investimento in installazione di unità di microcogenerazione e piccola cogenerazione ad alto rendimento per la produzione di energia elettrica e termica ad integrazione di impianti esistenti di climatizzazione e/o produzione di acqua calda sanitaria. Solo così, sostiene Ascomac, si può garantire la libertà di scelta del cliente finale tra sistemi alternativi ad alta efficienza, tenuto altresì conto che la cogenerazione produca efficienza.

"L'integrazione, poi, tra i due sistemi efficienti – produzione di energia termica ed elettrica da cogenerazione ad alto rendimento e consumo di energia da pompe di calore ad alta efficienza - conclude Belvedere - unitamente a quella derivante da tecnologia a fonti rinnovabili (ad es. fotovoltaico), consente di ottimizzare autoproduzione/consumo "verde ed efficiente" e raggiungere concretamente gli obiettivi di efficienza energetica prefissi dal Legislatore".

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