Asom Torini: tiene lo shopping natalizio

Asom Torini: tiene lo shopping natalizio

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29 dicembre 2010

Terzo Natale "di crisi". Più o meno accentuata, più o meno pesante, più o meno difficile da assorbire. Ma Natale è "sempre" Natale. E la festa che è festa dell'anno per antonomasia difficilmente può registrare una dèbacle a tutto campo. Sia per i consumatori sia, ovviamente, per il mondo commerciale che a tale festa si prepara e si "allena" con mesi e mesi di anticipo.
Ciò premesso, si può con un buon margine di certezza (i conti esatti si tireranno solo a fine anno) affermare che anche quest'anno le vendite natalizie in Torino e provincia hanno sostanzialmente tenuto, rispetto ai volumi dello scorso anno, pur con differenze non marginali nell'ambito dei diversi comparti e settori merceologici. I torinesi in generale non hanno dunque rinunciato, neppure quest'anno e come da copione, al rito degli acquisti natalizi. A guidarli, ovvio, una maggiore attenzione ed oculatezza rispetto al rapporto qualità-prezzo, così come la ricerca del regalo utile e immediatamente sfruttabile piuttosto che del regalo sfizioso o stravagante, ma in tutti i casi "regalo è stato". Questo, in buona sostanza, quanto emerge dall'indagine redatta dall'Ascom-Confcommercio di Torino e provincia, a seguito di una verifica telefonica diretta presso un pannel di Dirigenti delle sue Associazioni Categoriali e Territoriali. Bene soprattutto alimentare e hi-tech/hi-fidelity; tengono le oreficerie, i negozi di giocattoli, le librerie come i negozi di dischi e articoli musicali; in sofferenza soprattutto l'abbigliamento, i profumi e i fiorai. Commenta la presidente dell'Ascom torinese Maria Luisa Coppa: "Anche quest'anno le spese natalizie dei torinesi si sono giustamente mosse, nel complesso, con grande attenzione e oculatezza, ma ancora una volta i consumi del Natale hanno saputo reggere l'onda lunga di una crisi per cui ancora non si intravedono concreti segnali di recupero. La tradizione del regalo natalizio è stata insomma rispettata anche quest'anno: da chi aveva più disponibilità di mezzi e che ha acquistato al pari o addirittura di più dell'anno scorso, ma anche dalle famiglie con più problematiche di tipo economico e che, per forza di cose, hanno speso molto meno ma senza rinunciare a qualche piccolo pensiero per i famigliari e per i bimbi soprattutto. Ora, archiviate le feste di fine anno, i prossimi mesi dovranno da subito consegnarci segnali forti da parte del mondo politico. Crediamo, infatti, sia davvero giunta l'ora da parte dei nostri amministratori (a tutti i livelli) di avviare politiche capaci di dare risposte concrete alla crisi occupazionale, economica e dei consumi ancora in atto. Risposte concrete su incentivi e pressione fiscale, così come sul sostegno alla domanda interna e sui consumi delle famiglie o, per le nostre aziende, sul sostegno al credito di cui ancora si sente un ampio bisogno. Fatti non parole, meno litigiosità avulse da quelli che sono i reali problemi della gente e del mondo imprenditoriale, azioni concrete tese a sostenere l'occupazione e il potere d'acquisto delle famiglie, per ricostruire quel clima di fiducia generalizzata e le condizioni più idonee per avviare un discorso di ripresa che ancora risulta difficile poter ipotizzare".

SETTORE ALIMENTARE

Gastronomie (+ / =)

La tavola del Natale è sempre all'insegna della tradizione. Fra agnolotti e ravioli, brasati e capponi chiudono i conti in un clima di discreta soddisfazione, alla pari dell'anno scorso e qualcuna con un segno "più" fino al 5 / 8 %, le Gastronomie torinesi. Per lo meno quelle storiche e più specializzate, dove si sono acquistati soprattutto prodotti tipici del territorio. Al bando le "ricercatezze", discretamente bene è andata anche la vendita di salmone. Quest'anno (nonostante i tagli praticati da molte aziende) si è anche assistito ad una buona ripresa della vendita di cesti natalizi, cesti di "taglio sartoriale" confezionati su misura per il cliente, senza grosse pretese, ma ricchi di prodotti locali, di uso quotidiano e di buona qualità.
E archiviato il Natale, i motori vanno già a pieni giri per il cenone di Capodanno. Alcune gastronomie hanno già cominciato, ancora prima della vigilia di Natale, a ricevere prenotazioni. Novità di quest'anno il "buffet servito", anziché il "cenone seduto". Grande richiesta soprattutto per pasta fresca, il tradizionale zampone con lenticchie, insalate di mare, il benaugurale capitone marinato, canapé e vola au vent.

(Segue)

Pastifici ( = / -)

Vendite mediamente in linea o lievemente al di sotto (meno 2-%) con quelle dell'anno scorso per i Pastifici subalpini. Un maggior afflusso di clientela si è registrata soprattutto nei giorni precedenti la vigilia, in modo particolare per l'acquisto di pasta fresca. A vincere anche qui la tradizione: agnolotti di carne alla piemontese, meno bene quest'anno i "plin", bene pasta al forno e tortellini.
Per il cenone di Capodanno si continuerà a restare sul "classico" con qualche variante all'insegna di una maggior leggerezza, come "crespelle" e tajarin e le prenotazioni si presumono alla pari con quelle dell'anno scorso.

Pasticcerie ( = / +)

Lavoro c'è stato, si e' tenuto testa alla crisi, soprattutto con le vendite dell'ultima settimana, pur se la clientela ha usato anche qui il sano metro della ragionevolezza. Meno ma buono. E' andata quindi bene la vendita dei panettoni artigianali, tradizionali, mandorlati o farciti e delle confezioni di cioccolatini, gianduiotti in particolare. In ripresa anche la vendita dei cesti natalizi sempre con prodotti nostrani ed artigianali. Poco interesse per la confezione, di più per i contenuti.
Per il Capodanno si continua, almeno per chi li ha finiti, con la produzione di panettoni, ma ad andare saranno soprattutto la "Focaccia di Capodanno", la "pasticceria salata" e quella "fresca".

Ristoranti (= / +)

Nel complesso si è registrata una certa ripresa nel corso di tutto l'anno e anche il Natale si è mantenuto ai livelli dell'anno scorso già contrassegnati da un +10 / 15% rispetto al Natale precedente. Certo gli anni d'oro restano ancora un lontano ricordo, ma i ristoranti non sono stati disertati dalle famiglie, soprattutto da quelle più numerose; da segnalare anche una discreta ripresa delle cene aziendali nel periodo delle festività.
E intanto arrivano le prenotazioni per il cenone di Capodanno. Non interessa quasi più il cenone con veglione, ma la semplice cena. Prezzi fermi rispetto all'anno scorso.

Vini e liquori (+ / =)

Anche qui il rapporto qualità - prezzo ha guidato le scelte dei torinesi, anche se quest'anno ha decisamente recuperato il prodotto di gamma media o medio-alta. Anche qui si è lavorato soprattutto negli ultimi giorni e per il brindisi di Capodanno i giochi ormai sono fatti. Molte le speranze, soprattutto per i negozi specializzati, di chiudere con percentuali di fatturato positive e, in alcuni casi, superiori all'anno scorso. Anche quest'anno è andato bene lo champagne delle piccole case francesi, di qualità molto elevata ma venduto a costi inferiori rispetto ai classici champagne. Un po' in calo gli spumanti italiani, nella media i vini rossi piemontesi, così come le grandi marche consolidate. Netta diminuzione di vendite per quanto concerne invece i liquori, soprattutto quelli di alta qualità.

SETTORE NON ALIMENTARE

Abbigliamento (- )

E' stato il Festival delle "sciarpe" e delle "borse" a prezzi contenuti. Accessori soprattutto. Come da previsioni, anche ques'anno, i negozi di abbigliamento hanno soprattutto "sfornato" regali in forma di piccolo pensiero: sciarpe, guanti, camicie, maglioncini e cravatte. Lo shopping natalizio ha quindi ancora una volta rimarcato la tendenza al "piccolo" e quanto mai oculato acquisto.
Così anche il Natale 2010 chiude ancora con un segno "meno" rispetto agli anni pre-crisi: meno 5 - 6% rispetto al Natale 2009. E il dato è negativo sia per il settore "uomo", sia per il settore "donna". Molti negozianti lamentano anche un calo nei settori "bambino" e "giovanissimi", solitamente non toccati dalla crisi.
L'attesa del settore è ora tutta nei saldi che a Torino si inizieranno giovedì 6 gennaio per durare otto settimane. Il business è assicurato: dovendo i commercianti alleggerire le rimanenze di magazzino, i consumatori potranno scegliere fra importanti "capispalla", snobbati a Natale, e prodotti sicuramente "freschi" di stagione e a prezzi vantaggiosi.

Oreficerie ( = )

Scelte attente, non grandi spese, ma il settore ha nel complesso tenuto, chiudendo sostanzialmente in linea con il Natale scorso; se qualche flessione c'è stata, è stata però piuttosto contenuta. Anche quest'anno hanno pagato soprattutto le "proposte-novità". Così sono andati bene i "Trolbeats", gioielli componibili danesi che permettono di far interagire il cliente. Abbastanza bene anche i gioielli e i bijoux in argento. Sotto le previsioni, in generale, gli orologi.

Profumerie (- )

I segnali sono molto contrastanti, a seconda della dislocazione e della specializzazione dei negozi. Ma da almeno tre anni, il settore è in particolare sofferenza. Nella media le vendite di questo Natale segnano un regresso rispetto al Natale 2009. Alcuni negozi registrano segni "meno" fino al 20 - 30%. A pesare sono gli acquisti molti oculati, "pensierini" a poco prezzo e scontrini di conseguenza meno pesanti e meno numerosi. Si lamenta, da parte dei negozi tradizionali, anche la sempre più forte concorrenza della grande distribuzione e dei mercati rionali, particolarmente pesante per quanto riguarda i prodotti non griffati o di nicchia. In questi giorni si spera nel make-up di Capodanno, mentre alcuni acquisti - cadeaux sono ancora attesi per la festa di fine anno e della Befana.

Giocattoli ( = )

Hanno spopolato i prodotti più pubblicizzati, come la Gommosella (minifabbrica per caramelle) oggi introvabile. Molto bene è andato anche il Trenino Chuggington e hanno continuato a tirare il Lego e i tanti Giochi Educativi, in primis la Scienza nella serra. Non male anche gli evergreen Cicciobelli. Il Natale è sempre soprattutto la festa dei più piccoli e il giocattolo non può sottrarsi al suo ruolo di protagonista principe dell'evento. Anche qui non sono più i Natali di una volta, ma si può dire che pure quest'anno si è lavorato discretamente bene con i magazzini in gran parte svuotati. Tirando le somme, il settore chiude dunque almeno in pareggio rispetto al Natale scorso mentre si spera ancora nelle festività di fine anno e nella "generosità" della Befana.

Telecomunicazioni (= / +)

Il settore si è ormai stabilizzato su un trend positivo. Le vendite di questo Natale viaggiano sostanzialmente in linea con quelle dell'anno scorso che registrarono un buon 10% in più rispetto all'anno precedente. Il dato riguarda in modo particolare i negozi tradizionali più specializzati che in questi ultimi anni hanno recuperato mercato e potenzialità rispetto soprattutto all'elettronica di consumo, cui dedica sempre meno spazio e attenzione la grande distribuzione. A tirare gli acquisti sono stati sicuramente quest'anno, nel campo della telefonia, i nuovi Ipod (per i quali ci sono state addirittura difficoltà di consegna) e i nuovi Ipad; nel settore Tv si è assistito ad una grande ricerca dei modelli formato Led e 3D, così come per quanto riguarda il sistema audio la richiesta di Home Theatre.

Librerie (= / -)

Meno bene, nella media, del previsto. Il settore chiude nel complesso in linea con le vendite del Natale scorso, ma non mancano librerie che registrano invece un calo fino al 3-5%. Fra i libri più richiesti: "Io e te" di Niccolò Ammaniti, "Lei e lui" di Andrea De Carlo, "Il cimitero di Praga" di Umberto Eco e di Luciana Littizzetto "I dolori del giovane Valter".

Dischi e articoli musicali ( = )

Nel complesso si può dire che il Natale di quest'anno chiuda, anche qui, con un bilancio in linea con quello dell'anno scorso. Per taluni negozi con un lieve incremento.
Fra i più gettonati, per quanto concerne i cd italiani, Paolo Conte con "Nelson" e, fra gli stranieri, Bruce Springsteen con "The promise".

Fiorai ( - )

A Natale sempre meno fiori. Le vendite natalizie del settore sono in calo ormai da tempo. Qualche operatore denuncia anche quest'anno un decremento fino al 20-30%, rispetto ai Natali "positivi" di almeno tre anni fa. In calo anche la vendita della classica "Stella di Natale", che pure ha mantenuto un prezzo contenuto. Si sono vendute soprattutto piante fiorite e centritavola. Il settore è in crisi più di altri - dicono al Sindacato Fiorai dell'Ascom - molti negozi hanno chiuso nel corso dell'anno e per altri si prospetta il rischio chiusura a fine anno.

Mercati (= )

Hanno tenuto bene, nonostante il grande freddo, la neve e la pioggia (soprattutto della vigilia) gli "alimentari" che registrano un buon 15 - 20% in più rispetto allo scorso Natale. Per il settore extralimentare (idee-regalo, giocattoli e abbigliamento) le cose sono andate meno bene, con un -5% rispetto al Natale 2009. Anche qui per l'abbigliamento l'attesa è tutta per i "saldi" d'inverno.

Vacanze sulla neve ( = )

Piste innevate con neve ottima e buona presenza di turisti, stranieri e non. Da Sauze a Bardonecchia a Sestriere a Pragelato regna il quasi "tutto esaurito" nelle nostre località olimpiche. La crisi anche qui, in piccola parte si fa sentire, ma il trend è sostanzialmente in linea con l'anno scorso. Alberghi pressoché esauriti, aperte in larga percentuale le seconde case, gli impianti funzionano a pieno regime. Molti anche gli stranieri: i "soliti" e benedetti inglesi (un po' di più rispetto allo scorso Natale), ma anche francesi ed una relativamente nuova clientela estera formata da danesi, maltesi (a Sauze), russi (soprattutto al Colle), polacchi ed irlandesi.
Il boom si prevede dal prossimo fino settimana fino al dopo- Befana; anche il mondo commerciale locale sta lavorando abbastanza bene, alimentari e pubblici esercizi in modo particolare. La speranza è che la stagione tenga nel complesso anche per i prossimi mesi. Solo allora si potranno fare bilanci reali.


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