Il terziario vale il 55% del Pil in Campania
Il terziario vale il 55% del Pil in Campania
A Napoli Assemblea della Confcommercio regionale. Russo: “servono politiche di sviluppo innovative per il turismo e maggiore attenzione a sanità, portualità e trasporti”. Sangalli: “contratto, territorio e comunità radici della nostra rappresentanza”.
Il terziario in Campania conta oltre 320mila imprese attive che occupano l'85 per cento dei lavoratori del settore privato e vale il 55 per cento del Pil regionale, a fronte del 19,8 dell'industria. Sono i dati sottolineati in occasione dell'Assemblea di Confcommercio Campania svoltasi il 15 ottobre scorso alla Stazione marittima di Napoli. Secondo l'ultimo rapporto di Banca d'Italia, inoltre, il terziario è il solo settore dove investimenti ed occupazione sono in netta crescita nel triennio 2022-2024, mentre negli altri settori sono "stagnanti o in calo". Sempre nell'ultimo triennio, oltre il 70 per cento delle nuove assunzioni è stato effettuato da imprese del terziario e oltre due terzi delle imprese "ad alta crescita" censite dalla Banca d'Italia appartengono al settore (il 35 per cento sono imprese del commercio).
"Nella nostra regione – ha detto il presidente di Confcommercio Campania, Pasquale Russo - sono almeno 20mila le posizioni scoperte: personale specializzato in alberghi e ristoranti, addetti alle vendite qualificati, autotrasportatori".
Nel corso dell'Assemblea è emersa la necessità di politiche di sviluppo innovative e di una maggiore attenzione ai temi dei distretti del commercio, della movida e della regolamentazione delle attività dei pubblici esercizi, abusivismo commerciale. "Un sistema che deve prevedere le nuove opportunità che derivano da uno sviluppo più ordinato del turismo, per innalzare la qualità e le capacità di intervento nel settore così come occorre una maggiore attenzione alla sanità, alla portualità e ai trasporti", ha concluso Russo.
Sangalli: “contratto, territorio e comunità radici della nostra rappresentanza”
“La Campania è terra dove l’Italia mostra la sua forza più genuina: quella di saper trasformare la fatica in creatività, la difficoltà in energia, la tradizione in futuro”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha iniziato il suo intervento all’Assemblea della Confcommercio regionale, sottolineando in seguito che “viviamo in un contesto caratterizzato dal persistere di un clima di incertezza. Per questo, se con la prossima manovra si vuole davvero andare nella direzione dello sviluppo e della crescita, è fondamentale ridare fiducia alle famiglie e rivitalizzare i consumi. E questo va fatto attraverso la riduzione delle tasse”.
“Le radici della nostra rappresentanza – ha proseguito il presidente confederale - sono essenzialmente tre: il contratto, il territorio e la comunità”. Il primo “ha uno straordinario valore simbolico perché è al cuore della nostra natura associativa e, in qualche modo, istituzionale. Più di dieci dei grandi contratti nazionali derivano dal nostro sistema, ma accanto a questi si moltiplicano i cosiddetti ‘contratti pirata’, che non garantiscono né lavoratori, né imprenditori. E che purtroppo si diffondono in particolare nel nostro Mezzogiorno, generando ulteriori squilibri economico-sociali e contribuendo a lasciare indietro una parte del Paese”. Secondo i dati dell’Ufficio Studi di Confcommercio, in Campania sono oltre 28mila i lavoratori impiegati con contratti pirata, pari all’8,5% del totale dei contratti del terziario di mercato della regione contro una media nazionale del 3,51%.
“Incrociando prossimità e comunità, territorio e settori – ha quindi ripreso il filo del ragionamento Sangalli - possiamo dire che siamo la rappresentanza economica delle città e dei territori. I nostri imprenditori del terziario di mercato vivono nelle città e per le città, dentro i territori e per i territori. Ed è proprio questa presenza diffusa, questa rete viva di relazioni e di comunità, che ci ha permesso in questi 80 anni di accompagnare sempre i cambiamenti del Paese, talvolta anche di anticiparli”.
“Noi corpi intermedi possiamo e dobbiamo – ha concluso Sangalli - essere costruttori di fiducia, tessitori dei fili invisibili che sono poi i legami che tengono insieme le persone”.




























