"Basta promesse irrealizzabili, lavoriamo insieme sulle cose da fare"

"Basta promesse irrealizzabili, lavoriamo insieme sulle cose da fare"

Assemblea di Confindustria a Roma. Il presidente Boccia: "Le parole di chi governa non sono mai neutre, influenzano le decisioni di investitori, imprenditori, famiglie". Di Maio: "Si governa solo con il dialogo". Conte: "Convinti di potercela fare".

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22 maggio 2019

Di fronte a un Paese "senza slancio" governo e opposizione devono collaborare in materia di politica economica. È il messaggio rivolto dal presidente di Confindustria all'assemblea annuale dell'associazione alla quale hanno partecipato anche il premier Giuseppe Conte e il vicepresidente e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. "Il Paese non riparte con lo slancio dovuto, necessario, che è alla nostra portata, che ci meritiamo", ha avvertito Boccia. "Per rimetterci a correre - ha detto - sarà utile liberarci dal peso di parole che inducono alla sfiducia, che evocano negatività, che peggiorano il clima". "Le parole di chi Governa non sono mai neutre, influenzano le decisioni di investitori, imprenditori, famiglie", ha aggiunto. "Le parole che producono sfiducia sono contro l'interesse nazionale". "Confindustria propone al Governo e alle opposizioni di collaborare tutti insieme" per "una politica economica basata su realismo e pragmatismo, guidata dalla visione" ha auspicato Boccia. "Occorre smettere di dividersi su promesse che non si possono mantenere e concentrarci tutti sulle cose da fare, che sono tante e impegnative, ha detto. Il presidente del Consiglio Conte si è invece detto ottimista sulle prospettive economiche del Paese, nel giorno in cui l'Istat ha ipotizzato una crescita dello 0,3% a fine anno. "Nel nostro Def abbiamo stimato una crescita prudenziale dello 0,2% ma siamo ferocemente determinati a superare questo livello", ha detto il premier Conte nel suo intervento. "Siamo fiduciosi che i provvedimenti consentiranno alla nostra economia di poter crescere è siamo convinti che possiamo farcela". Quanto alla dialettica con l'Europa, ha sottolineato Conte, "occorre invertire con urgenza gli indirizzi della governance europea che ha sostenuto politiche del rigore, con effetti devastanti sul piano sociale". Per Conte serve una revisione "delle forme e degli istituti che hanno caratterizzato negli ultimi 30 anni il progetto dell'integrazione. Serve una conversione". "La nostra sfida più grande risiede nella contaminazione delle idee, nel dialogo costante e a volte nel compromesso, perché la realtà ci insegna ogni giorno in modo chiaro e semplice che senza confronto e dialogo questo Paese non lo possiamo governare", ha detto invece il vicepremier Luigi Di Maio intervenendo poco dopo. "Rigore e crescita devono continuare a essere compatibili ribaltando la scala gerarchica" che attualmente ne regola il rapporto ha poi proseguito aggiungendo che "la riduzione del debito pubblico deve avvenire attraverso gli investimenti e non attraverso tagli lineari". Di Maio ha quindi chiarito che "Un no assoluto e pregiudizievole non è nelle mie corde né per le infrastrutture, né per il mantenimento in funzione di un impianto, né per accordi commerciali". Quanto all'Europa, ha detto, "lavoreremo per dare all'Italia una carica di Commissario Ue in settori come industria, imprenditoria, commercio, mercato interno, perché l'Italia deve riappropriarsi di un ruolo che ci consenta di orientare la politica industriale europea".

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