Assintel Report 2010: l'Innovazione e il Mercato IT in Italia

Assintel Report 2010: l'Innovazione e il Mercato IT in Italia

Roma, 13 ottobre 2010

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13 ottobre 2010

Cari amici, signore e signori,
è con grande piacere che partecipo alla presentazione dell’Assintel Report 2010 e ringrazio l’amico Rapari per avermi invitato a quest’importante incontro.

Oggi abbiamo l’occasione di approfondire e di riflettere sul mercato delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Un settore di particolare interesse e rilievo per l’economia nazionale dato che la capacità di crescere e di innovare non va solo a beneficio di coloro che operano in questo comparto o degli utilizzatori di queste attività ma hanno ricadute positive su tutto il sistema economico e sull’intera collettività.

Il servizio di ICT offre a chi ne usufruisce la possibilità, infatti, di pensare più in grande, di allargare gli orizzonti, di imprimere una spinta innovativa alla propria attività, di crescere in termini di efficienza e qualità. Per competere di più e meglio, le nostre Pmi non possono, infatti, prescindere da un’utilizzazione sempre più proficua delle nuove tecnologie. Perché a livello planetario questo è un processo già avviato da tempo ed irreversibile.

Dall’Assintel Report emerge che, a differenza del Nord America e dell’Estremo Oriente, il mercato IT in Europa e in Italia registra per l’anno in corso una decisa flessione: un calo medio europeo pari al -6,3% e del –7,6% nel nostro Paese. E se di segnali di miglioramento vogliamo parlare dovremo attendere la fine dell’anno.

Stiamo, dunque, attraversando una difficile transizione dalla recessione al ritorno alla crescita, in cui resta elevato il livello di sofferenza dell’economia reale, delle imprese e del lavoro.

Del resto, per il 2010 il nostro ufficio studi prevede in Italia un incremento del pil intorno all’1%. E il consuntivo dei consumi delle famiglie potrebbe essere ancora più modesto di questo dato. Il nostro indicatore dei consumi ha di recente rilevato una flessione ad agosto dello 0,3% rispetto al mese precedente e dello 0,7% in confronto al 2009, che conferma l’estrema debolezza della domanda per consumi sulla quale pesano, inoltre, le condizioni del mercato del lavoro.

Insomma, dopo la grande crisi, si sta configurando – su scala globale, in Europa ed in Italia – uno scenario di ritorno alla crescita lento ed in cui soffre particolarmente l’occupazione.

Ci vuole, dunque, una politica attenta per irrobustire la crescita e rilanciare i consumi.

Centrale diventa, quindi, la questione delle misure da mettere in campo per invertire più velocemente la rotta. In questo senso uno strumento utile per la ripresa dell’economia consiste proprio nell’innovazione. E’ innovando che si può, infatti, introdurre linfa vitale nel nostro sistema economico - e sappiamo tutti quanto ce ne sia bisogno – e apportare quel valore aggiunto che può permetterci di competere di più e meglio, di essere più forti, di non temere il confronto a viso aperto con i nostri competitor.

Innovazione, però, indirizzata soprattutto al mondo dei servizi.

Perché oggi i servizi di mercato già contribuiscono per il 58% alla creazione della ricchezza nazionale e per il 53% all’occupazione.

Una nuova stagione di crescita non può, quindi, che partire dai servizi a patto, però, che si spinga sull’acceleratore dell’innovazione. Innovazione che, peraltro, è una caratteristica insita alle attività di servizio. E quando parlo di innovazione mi riferisco certamente a quella tecnologica senza però trascurare anche quella legata alle conoscenze, ai saperi, alla creatività, in sintesi al capitale umano.

Nel campo dell’ICT dobbiamo, pertanto, recuperare il divario accumulato rispetto ad altri Paesi. Un traguardo difficile – anche alla luce dei problemi strutturali della finanza pubblica, dei ritardi strutturali di lungo periodo sul terreno dei fattori di produttività e di competitività, del deficit di infrastrutture, di una pressione fiscale troppo elevata – ma possibile.

Il World Economic Forum ci relega oggi al 48° posto per la capacità di utilizzazione degli strumenti ICT e a posizioni di retroguardia per l’insufficiente attenzione dedicata all’Information Technology.

Come abbiamo sottolineato di recente in occasione della presentazione del Manifesto di Confcommercio per l’Innovazione, il rischio è, dunque, che si rallentino ulteriormente le possibilità di ripresa e di crescita del Paese.

Per questo siamo convinti che il sostegno e la condivisione delle Istituzioni sia indispensabile per pianificare e raggiungere nel più breve arco di tempo possibile la piena capacità di utilizzazione efficace e aggiornata delle nuove tecnologie da parte delle imprese. Ecco, quindi, che l’accordo firmato a maggio con il Ministro Brunetta, che ha dato l’avvio ad un apposito Tavolo di lavoro sull’Information Technology, va nella giusta direzione.

Perché dobbiamo riuscire a cogliere appieno le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per la competitività e per lo sviluppo.

Ed è questo un obiettivo possibile e fondamentale non solo per il mondo imprenditoriale, ma per l’intero Paese.

Grazie.

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