Assipan: "Migliaia di forni a rischio chiusura"

Assipan: "Migliaia di forni a rischio chiusura"

Nota congiunta ai ministri Di Maio, Salvini e Centinaio di Assipan e Assopanificatori. Pesanti i danni che derivano dalla concorrenza sleale tra le imprese e dalle iolazioni della legge 248/2006.

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28 maggio 2019

Le Federazioni di categoria dei panificatori, Assipan Confcommercio e Assopanificatori Confesercenti, con una nota congiunta ai Ministri Di Maio, Salvini e Centinaio, hanno denunciato il rischio chiusura per migliaia di forni, con la concreta possibilità di perdere per sempre la storia e la tradizione del pane italiano. Il rischio deriva dall'applicazione distorta della normativa che consente il consumo sul posto, disciplinata dalla legge 4 agosto n.248/2006, che sta causando ingenti danni alle attività commerciali e di laboratorio di vicinato alimentare in tutt'Italia e a Roma in particolare. Nella nota inviata al Vicepresidente del Consiglio e Ministro dello Sviluppo Economico On. Luigi Di Maio, al Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell'Interno On. Matteo Salvini, Al Ministro delle Politiche Agricole, Forestali Alimentari e del Turismo On. Gian Marco Centinaio, le Federazioni dei panificatori denunciano il rischio chiusura per le imprese della panificazione italiana stretta nella morsa del calo della domanda di pane e del progressivo spostamento dei consumi fuori casa. La situazione è drammatica a Roma dove, sulla base di interpretazioni definite dal Consiglio di Stato illogiche, i vigili urbani stanno perseguitando i panificatori del centro città con blitz seguiti da sequestri di tavoli e sedie  e multe per migliaia e migliaia di euro. Nella nota i Presidenti di Assipan, Claudio Conti e di Assopanificatori, Davide Trombini, denunciano una vera e propria attività persecutoria che spinge i panificatori verso una crisi irreversibile e alla chiusura di 1.500 attività di vicinato alimentare con laboratori, nel solo centro di Roma, bruciando 10.000 posti di lavoro, mandando all'aria investimenti per oltre 200 milioni di euro, spingendo la città verso il rischio desertificazione di servizi alimentari essenziali. La materia, già nota all'Antitrust, che ha segnalato invano al Ministero di Di Maio le distorsioni alla concorrenza derivanti da Risoluzioni ministeriali ingiustificatamente restrittive rispetto agli esercizi di vicinato, con particolare riferimento proprio al consumo sul posto, è stata oggetto anche di una pronuncia del Consiglio di Stato che ha definito illogiche- con la sentenza n. 2280, del 21 marzo 2019- le pretese del Comune di Roma di impedire la presenza di arredi nei negozi alimentari. "La magistratura- ha detto il Presidente di Assipan Claudio Conti- ancora una volta ha corretto indirizzi amministrativi e atti interpretativi di una burocrazia ministeriale arretrata e chiusa alle novità del mercato a cui le nostre imprese tentano di dare risposte. I giudici hanno riconosciuto che negli esercizi di vicinato, già legittimati alla vendita dei prodotti appartenenti al settore merceologico alimentare, è ammesso il consumo sul posto di prodotti di gastronomia, con il solo divieto di non servire ai tavoli. E' quello che facciamo nei nostri forni con prodotti di qualità, sfornati tutti i giorni, freschi e genuini per i nostri clienti. Perché vogliono impedirci di fare il nostro lavoro?" "La legge, l'Antitrust e il Consiglio di Stato-rincara Davide Trombini, Presidente di Assopanificatori Confesercenti- hanno già chiarito che il consumo di prodotti acquistati nei nostri forni, anche servendosi materialmente di sedie e tavoli, posate e bicchieri è consentito e, dunque, è palesemente contro la legge le azioni di sanzioni inscenate dai Vigili a Roma e altrove, oltre che senza logica. Abbiamo scritto ai Ministri competenti segnalando questa grave anomalia che minaccia le nostre imprese. Se non ci ascolteranno faremo sentire la nostra voce e difenderemo in tutte le sedi le ragioni dei fornai e laboratori artigiani, nelle sedi giudiziarie e politiche, pronti a manifestazioni anche di piazza.

 

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