Assipan: "Sembra un brutto film già visto"

Assipan: "Sembra un brutto film già visto"

Il presidente Claudio Conti,  ha affidato ad una lettera aperta le preoccupazioni del settore della panificazione. "Perdere il 40% di fatturato un mese dell’anno è una cosa indesiderata ma sostenibile, perdere lo stesso 40 % per molti mesi consecutivi è tutt’altro".

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2 novembre 2020

Il presidente di Assipan, Claudio Conti,  ha affidato ad una lettera aperta le preoccupazioni del settore della panificazione. "Nelle panetterie registriamo già le prime corse all’acquisto di lievito e farina: evidentemente la gente non si aspetta nulla di buono c’è da temere che sarà un periodo di nuovo solitario, periodo che ci parrà lunghissimo".

"Come categoria - ha sottolineato Conti - non possiamo tacere il grande disagio che stiamo vivendo, per la verità con il solito dignitoso silenzio di chi ogni notte, da sempre, si alza per andare a impastar farina in una indifferenza più o meno generalizzata. Passiamo per una categoria di privilegiati quando invece mettiamo a rischio ogni giorno la nostra salute al pari di tutti coloro che, come noi, lavorano a stretto contatto con la gente. Questo lo si fa con le chiacchiere, con le battute, con la vita vissuta delle nostre botteghe, dove, a differenza del supermercato, la gente si racconta, si confessa quasi, in cerca di una parola di condivisione e di conforto, oltre che del pane".

"Continuiamo a fare tutto questo a fronte di un calo di fatturato, talvolta ingentissimo, secondo il tipo di business e di location aziendale. Ci dicono che siamo dei privilegiati perché dopo le 18.00 possiamo continuare a vendere: ma a chi e cosa mai potremmo vendere se già alle 17.00 le vie e il centro storico delle città si svuotano? Forse a molti di noi conviene chiudere come i pubblici esercizi".

"Queste riflessioni - ha aggiunto il presidente Assipan -non sono solo una richiesta di attenzione e un grido d’aiuto, sono temi che devono essere tenuti presente in primo luogo da noi stessi perché oggi più che mai, è necessario intervenire senza indugio sulle nostre attività controllandone e dirigendone numeri e impostazione".

"Il nostro imperativo deve essere rendere sostenibile il nostro lavoro: perdere il 40% di fatturato un mese dell’anno è una cosa indesiderata ma sostenibile, perdere lo stesso 40 % per molti mesi consecutivi è tutt’altro. Figuriamoci quando le perdite mensili sono ben maggiori. Le conseguenze di una mancata presa di coscienza di questo andamento della congiuntura, alla lunga sarebbe devastante in termini di tenuta per le nostre attività".

"Quindi - ha concluso Conti come sempre rimbocchiamoci le maniche cercando di guardare in positivo, però, e questo non solo come panettieri ma come italiani, visto che ci viene chiesto di nuovo di fare un grande sacrificio, c’è da pretendere che questa volta, poi, non se ne disperda l’effetto per mancanza di forza e coraggio. Altrimenti per la seconda volta al danno si aggiungerebbe la beffa e questo davvero non sarebbe più sopportabile e non lo sarà".

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