Assorologi: ai turisti stranieri piace l'orologeria italiana

Assorologi: ai turisti stranieri piace l'orologeria italiana

Nel corso dei primi otto mesi 2013 gli articoli di Orologeria e Gioielleria venduti dai negozi italiani a turisti extracomunitari hanno rappresentato il 15% del valore totale, con un incremento di quasi 6 punti percentuali sullo stesso periodo dell'anno precedente.

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25 settembre 2013

 

Nel corso dei primi otto mesi 2013 gli articoli di Orologeria e Gioielleria venduti dai negozi italiani a turisti extracomunitari hanno rappresentato il 15% del valore totale, con un incremento di quasi 6 punti percentuali sullo stesso periodo dell'anno precedente: sono questi i dati che emergono dalla  rilevazione periodica effettuata dalla società Global Blue sulla base dei rimborsi IVA chiesti in dogana dai turisti in uscita dal nostro Paese. Il valore medio delle transazioni di questi articoli supera i 2.600 euro ed è di gran lunga la cifra più alta rispetto alle altre categorie merceologiche nonché rispetto alla media generale ferma a 700 euro. Interessante osservare che le transazioni di orologeria e gioielleria superiori ai 3.000 euro rappresentano il 18% del totale, ma sono il 79% delle vendite a valore generate nei negozi. I turisti più interessati a fare acquisti di questo genere in Italia sono i cinesi (31% del totale per quasi 5.000 euro di valore medio), seguiti dai russi (16% del totale e quasi 2.000 euro di valore medio) e dagli statunitensi (13% del totale e 1.900 euro di valore medio). I cinesi, in particolare, hanno fatto registrare uno strabiliante incremento del 3000% dal 2006 ad oggi quali clienti dei negozi italiani. Le città preferite da questa tipologia di turismo sono, nell'ordine, Milano, Roma, Firenze, Venezia e Verona. "In una fase così debole sul fronte dei consumi interni - afferma il presidente Assorologi Mario Peserico -  certamente il gradimento mostrato dal turismo di qualità verso l'orologeria acquistata nei negozi italiani rappresenta un segnale molto positivo e confortante. Sarebbe opportuno non disincentivare questi acquisti attraverso adempimenti burocratici abnormi né aggravare ulteriormente i prezzi con un incremento IVA che avrebbe effetti negativi sulle vendite e quindi, in ultima analisi, sullo stesso gettito fiscale". 

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