Assosementi: cresce il potenziale produttivo del girasole

Assosementi: cresce il potenziale produttivo del girasole

Nel corso di un convegno a Fermo è stato fatto il punto su una coltura che offre grandi opportunità ma le superfeci coltivate in Italia sono in calo. Presentati i risultati di sperimentazione del progetto "Qualità Girasole".

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22 febbraio 2016

La potenzialità produttiva del girasole continua ad aumentare, come dimostrano i risultati delle prove e del progetto "Qualità Girasole" promosso dalle aziende della Sezione colture industriali di Assosementi. Tuttavia le superfici italiane sono in calo. È questo lo scenario emerso nel corso del convegno "Le aspettative per la coltura del girasole tra sperimentazione, mercato e industria", organizzato da Assosementi, l'associazione che riunisce le aziende sementiere italiane, in collaborazione con il CREA e tenutosi venerdì scorso presso il Palazzo dei Priori di Fermo.Punto di partenza del convegno sono stati i risultati della sperimentazione 2015 del progetto "Qualità Girasole". Sostenuto dalle aziende della Sezione colture industriali di Assosementi e condotto in collaborazione con il CREA - Centro di ricerca per le colture industriali di Osimo (AN), il progetto, giunto al suo 16° anno, ha l'obiettivo di valutare le attitudini produttive e qualitative delle varietà di girasole inserite nel circuito commerciale italiano. Nel 2015 sono state testate 24 varietà di girasole, rappresentative di tipici ambienti elianticoli. Dalle prove della rete è emersa un'alta potenzialità produttiva degli ibridi analizzati, che nelle migliori località hanno fornito una resa media superiore a 3,5 t/ettaro per quanto riguarda la produzione degli acheni e un tenore medio in olio degli acheni tra il 43% e il 45%. "Le superfici investite a girasole sono in calo, con 90.000 ettari nel 2015 (stime Assosementi), nonostante la richiesta di mercato aumenti - ha osservato Gianluca Fusco, in rappresentanza della Sezione colture industriali di Assosementi. "Il risultato è che le grandi opportunità offerte dal girasole non vengono colte in pieno nel nostro Paese soprattutto nel Centro Italia, dove tra Marche, regione leader per superfici coltivate, Umbria e Toscana si concentrano i tre quarti del mercato. Diventa quindi fondamentale utilizzare a pieno le tecnologie disponibili che consentono di ottenere nei nostri areali rese ottime e di alta qualità. Il progetto "Qualità Girasole" nasce proprio per portare sul campo varietà innovative, adatte alla realtà agroclimatica italiana. Accanto a ciò, per garantire un'elevata redditività del girasole, le ditte sementiere sono impegnate a "fare cultura della coltura" attraverso la propria rete di tecnici sul territorio, per suggerire agli agricoltori le migliori pratiche agronomiche" ha concluso Fusco.Dopo i saluti del Vice Sindaco di Fermo Francesco Trasatti, il convegno, presieduto dal Direttore del CREA-CIN di Bologna Marcello Donatelli ha previsto inoltre le relazioni di studiosi ed esperti del settore come Andrea Del Gatto, ricercatore del CREA – CIN di Osimo e coordinatore scientifico del progetto "Qualità girasole", Luisa Manici del CREA – CIN di Bologna che ha parlato delle minacce della peronospora del girasole, Angelo Frascarelli dell'Università degli Studi di Perugia che ha presentato una relazione sulla redditività di questa coltura alla luce della PAC, Enrico Zavaglia, Presidente Gruppo oli da semi di ASSITOL, che ha approfondito le prospettive dell'industria olearia italiana e la filiera del girasole e Carlo Tampieri della Tampieri Spa che ha concluso affrontando le esigenze dell'industria olearia.

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