Assosementi: da Bruxelles per "dare voce alle sementi"

Assosementi: da Bruxelles per "dare voce alle sementi"

L'Associazione Sementiera Europea (ESA) ha lanciato a Bruxelles il documento che vuole portare all'attenzione delle istituzioni comunitarie e dell'opinione pubblica la ricerca varietale quale strumento primario per far fronte alle esigenze di innovazione del mondo agricolo ed alla crescente domanda di cibo del pianeta.

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26 gennaio 2015

 

L'Associazione Sementiera Europea (ESA) ha lanciato a Bruxelles il documento "Diamo voce alle sementi" (Speak up for seeds!), che vuole portare all'attenzione delle istituzioni comunitarie e dell'opinione pubblica la ricerca varietale quale strumento primario per far fronte alle esigenze di innovazione del mondo agricolo ed alla crescente domanda di cibo del pianeta. Il documento strategico è stato presentato in occasione di un evento promosso dall'europarlamentare svedese Marit Paulsen, al quale ha preso parte anche il neo Commissario europeo dell'agricoltura Phil Hogan. La Paulsen è la relatrice del rapporto sulla selezione vegetale e sulle opzioni a disposizione per incrementare la qualità e la capacità produttiva delle colture nell'UE, adottato dal Parlamento Europeo nel gennaio dello scorso anno. "Occorre una forte ricerca varietale europea" ha affermato la Paulsen, che ha evidenziato come questo settore si stia progressivamente delocalizzando in altre parti del mondo, verso gli Stati Uniti in particolare, indebolendo la capacità dei paesi europei di competere e difendere le proprie diversità colturali. "Le aziende sementiere europee sono molto preoccupate per la mancanza di politiche comunitarie che incentivino la ricerca varietale nell'UE" ha dichiarato Guido Dall'Ara, presidente di Assosementi, l'associazione che riunisce le aziende sementiere in Italia. "Il documento ‘Diamo voce alle sementi' prende le mosse dal rapporto Paulsen, che presenta una serie di proposte per consentire all'Europa di non perdere ulteriore spazio nel campo della ricerca varietale, e intende anche stimolare il dibattito dopo lo stop subito di recente dalla proposta per un nuovo regolamento sulle sementi". "Dall'innovazione varietale di oggi dipende la possibilità futura di soddisfare la domanda di cibo", prosegue Dall'Ara. "Se la carenza di altri mezzi tecnici come fertilizzanti e agrofarmaci non permette di ottenere rese ottimali, la mancanza di sementi adeguate rende del tutto impossibile fare agricoltura. È necessario che la ricerca possa sviluppare nuove varietà e sementi capaci di affrontare gli scenari futuri, confrontandosi non solo con l'impossibilità di mettere a coltura nuovi terreni e la spinta verso un'agricoltura sempre più sostenibile, ma anche con i cambiamenti climatici e quelli demografici". Come sottolinea il documento "Diamo voce alle sementi", entro il 2050 la popolazione mondiale aumenterà a 9-10 miliardi di individui e circa il 70% di essa vivrà in aree urbane. Inoltre, almeno nei paesi OCSE, gli anziani rappresenteranno più del 10% della popolazione complessiva. La ricerca genetica ed il lavoro di costituzione di nuove varietà di sementi dovranno tenere conto anche di nuovi stili di vita e della domanda di cibi diversi che aiutino a combattere ad esempio l'obesità ed altri stati patologici.

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