Putin attacca l’Ucraina, nessun accordo nei primi colloqui di pace

Putin attacca l’Ucraina, nessun accordo nei primi colloqui di pace

Continua l'avanzata delle forze russe, anche se più lenta del previsto. Nuovi incontri previsti nei prossimi giorni tra rappresentanti russi e ucraini. Sangalli: “Bene l'impegno del governo contro la guerra, servono misure per rafforzare il sistema energetico”.

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1 marzo 2022

Le sirene di allarme aereo hanno suonato ripetutamente, all'alba di questa mattina, in numerose località dell'Ucraina. Oltre a Kiev, sono state udite nelle città occidentali di Ternopil, Vinnytsia, Rivne, così come nelle città centrali di Cherkasy e Kropyvnytskyi, mentre continua l'offensiva delle forze russe. Raid e bombardamenti hanno avuto luogo nella notte, con oltre 70 soldati ucraini uccisi in un attacco dell'artiglieria russa contro una base militare a Okhtyrka. Di seguito una sintesi degli eventi delle ultime ore:

- L'esercito russo continua la sua costante avanzata su Kiev, con immagini satellitari che individuano un convoglio corazzato che sembra essere lungo circa 65 chilometri.

- Le truppe russe hanno iniziato un assalto di terra alla città meridionale di Kherson, affermano numerosi testimoni. Altre esplosioni sono state udite durante la notte nelle città di tutto il Paese.

- Oltre 70 soldati ucraini sono rimasti uccisi in un attacco dell'artiglieria russa contro una base militare a Okhtyrka, cittadina situata tra Kharkiv and Kiev. La base è andata in fiamme.

- Funzionari ucraini hanno confermato che decine di civili sono stati uccisi, ma si ritiene che i numeri siano sottostimati.

- Ieri le delegazioni di Russia e Ucraina hanno tenuto colloqui di pace al confine con la Bielorussia, ma non hanno raggiunto accordi se non l'impegno a incontrarsi di nuovo nei prossimi giorni.

- Mentre erano in corso i colloqui di pace, i russi hanno continuato a bombardare città e paesi tra cui Kharkiv, Kiev e Chernihiv, secondo il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky.

- Il presidente Zelensky ha chiesto una no fly zone sul suo paese e la rimozione della Russia dalla carica di membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

- L'Ucraina ha presentato una richiesta formale di adesione all'Unione europea e almeno altri otto Paesi dell'Ue hanno già segnalato il loro sostegno.

Solidarietà all’Ucraina è arrivata da moltissimi Paesi fra cui l’Italia. Per il premier Mario Draghi,  si tratta di una "democrazia colpita nella propria legittima sovranità. Quanto succede riguarda tutti noi, il nostro vivere da liberi, la nostra democrazia. Il governo intende lavorare senza sosta per risolvere la crisi accanto ai nostri alleati". Il presidente del Consiglio ha poi  affermato che "con la Russia ora il dialogo è impossibile" e che "sulle sanzioni dure l'Italia è allineata totalmente".

 

Sangalli: "bene l'impegno del governo contro la guerra, servono misure per rafforzare il sistema energetico"

Siamo davanti a una "minaccia terribile" e dobbiamo "rimanere uniti", perché il conflitto riporta l'Europa "ai suoi giorni più bui" e "non può essere tollerato". Intervenendo in Senato ha fatto appello all'unità dei partiti il presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha espresso "con assoluta fermezza" anche in Parlamento la condanna per l'attacco "inaccettabile" di Vladimir Putin all'Ucraina. 

Ha detto benissimo il presidente Draghi: il ritorno della guerra in Europa è intollerabile e servono risposte ferme. In primis per porre fine alle grandi sofferenze che sta subendo il popolo ucraino e poi per i rischi estremi di un allargamento del conflitto", ha commentato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. "Confidiamo - ha proseguito Sangalli - nell’impegno senza tregua del Governo per sostenere gli sforzi per far cessare la guerra e per fronteggiare l’impatto di questa drammatica crisi anche su cittadini ed imprese a causa, in particolare, di ulteriori impennate dei prezzi dell’energia". "E’ la conferma - ha concluso il presidente di Confcommercio - della necessità e dell’urgenza di misure strutturali per la risoluzione dei nodi del nostro sistema energetico, agendo per la maggiore diversificazione e sicurezza delle forniture estere, ma anche per l’incremento della produzione nazionale di gas”. 

Il 24 febbraio, giorno dello scoppio della guerra, Sangalli aveva sottolineato che “in queste ore drammatiche vanno anzitutto riaffermate le ragioni della libertà, della democrazia e del diritto internazionale, rinnovando piena solidarietà nei confronti dell’Ucraina. È il momento della compattezza europea e atlantica e di un lavoro senza sosta, come ha dichiarato il presidente Draghi, per la risoluzione di una crisi gravissima e con impatti profondi per cittadini e imprese in uno scenario già segnato dalla persistenza delle conseguenze della pandemia e dall’impennata dell’inflazione e dei costi energetici”.

 

Federalberghi: "prematuro prevedere cosa succederà nel turismo"

"Siamo ancora tutti sotto shock". Questo il commento del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, intervenendo sulle prospettive future per il settore, soprattutto con la nuova stagione in arrivo. "Quello che sappiamo per certo - ha proseguito Bocca -è che ciò che abbiamo alle nostre spalle, ovvero nel periodo pre-Covid, in termini di presenze, nel 2019 i turisti russi che hanno scelto il nostro Paese come meta per le proprie vacanze sono stati 5,8 milioni ed hanno speso nei nostri confini 984 milioni di euro, pari al 2,2% della spesa dei viaggiatori stranieri in Italia".  Secondo i dati della Federazione, i russi, insieme a quelli americani, sono tra i turisti che spendono di più. "Ora però - ha concluso Bocca - il pensiero corre soprattutto alla grave emergenza di livello mondiale, non solo italiana. Al momento riteniamo essenziale confidare nelle azioni del governo, della diplomazia e degli accordi internazionali affinché si estingua il rischio dell'accanirsi di un conflitto che nuocerebbe al mondo intero".

 

Confcommercio Lombardia: “solidarietà al popolo ucraino e preoccupazione per il terziario lombardo”

Nel 2019, ovvero prima del Covid, l’interscambio commerciale della Lombardia con la Russia era pari 4 miliardi. E nel 2021 i dati 2021 erano in forte ripresa. Parliamo di circa 950 milioni di export, il 50% circa dei 2,1 miliardi a livello nazionale. Un mercato importante, quello russo, per lo sbocco di molti prodotti leader dell’economia lombarda: dal vino all’agroalimentare, dal tessile all’abbigliamento e calzature. E a questo bisogna aggiungere che i turisti russi sono i più “spendaccioni” nello shopping in Italia, con il 13% di acquisti sul totale nazionale, dietro solo alla Cina e davanti agli Usa.

“Siamo fortemente preoccupati per le ripercussioni che le tensioni causate dalla guerra alle porte dell’Europa avranno sulla ripresa del nostro sistema economico. Ne soffrirà il nostro export, ma anche lo shopping, il turismo e in genere la filiera del luxury”, commenta il vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia, Carlo Massoletti.

“Questa situazione - aggiunge Massoletti - va a sommarsi alla già grave crisi energetica che da mesi sta colpendo l’Italia e l’Europa intera. Gli aumenti del grano, del carburante e di tutte le materie prime rischiano di compromettere la buona crescita che il nostro paese stava registrando, spostando ulteriormente l’orizzonte del ritorno alla normalità”.

Il comparto dell’ingrosso alimentare segnala che l’impennata dei prezzi del frumento (l’area Russia-Ucraina è tra le maggiori per le forniture di grano e mais) avrà ricadute pericolose nel settore delle produzioni e trasformazioni alimentari. E forte è la preoccupazione anche per il comparto del turismo.

 

Nei negozi del milanese una locandina "Stop war" 

Una locandina con la scritta "Non bastava il Covid? Stop war - Stop alla guerra in Ucraina, insieme per la pace" è stata preparata da Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza. Verrà esposta "per rendere visibile nei negozi e nei luoghi di lavoro l'opposizione alla guerra in Ucraina: una tragedia umanitaria che deve essere fermata ad ogni costo". "Una locandina da condividere con cittadini e istituzioni", sottolinea l'Associazione, per la quale "anche con gesti simbolici ognuno deve fare la propria parte per dire no a questo conflitto assurdo".

 

Sanzioni alla Russia, Fiavet: "ennesimo colpo al comparto"

"I turisti russi in Italia erano 1,5 milioni nel 2019 e hanno speso nel nostro Paese 984 milioni di euro. Dopo due anni in cui abbiamo perso oltre l'80% del fatturato del turismo la guerra è l'ennesimo colpo al nostro comparto". Così Ivana Jelenic, presidente di Fiavet, la Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo, sulle sanzioni alla Russia. "So che saranno inevitabili - ha proseguito Jelenic - ritorsioni commerciali a livello europeo, ma bisogna puntualizzare che avevamo appena finito di rallegrarci per l'ammissione in Italia dei turisti vaccinati con Sputnik ed ora dobbiamo prevedere perdite ulteriori". Secondo la Federazione, tra i luoghi più colpiti ci saranno le grandi città d'arte, già sofferenti, le città dello shopping come Milano e Bologna, le località di vacanza sulla riviera romagnola, la Sardegna, tra le mete predilette dai turisti russi. A tutto questo vanno aggiunti i rincari energetici e l'inflazione, che stanno colpendo duramente l'intero comparto, e la nuova tendenza dei turisti americani che saranno sicuramente meno orientati ai viaggi in Europa. "I dati positivi - ha spiegato Jelenic - sulle previsioni di prenotazione dagli Stati Uniti già stanno cambiando, di pari passo con il crollo delle borse: è spaventoso". Le conseguenze economiche saranno sicuramente pesanti, "questa ripartenza - ha concluso Jelenic - è mutilata dall'assenza di un mercato basilare per la bilancia economica del turismo, e ci getta di nuovo in una situazione di incertezza soprattutto per le imprese consolidate esclusivamente con gli arrivi turistici dalla Russia, che non sono poche, e sicuramente non possono cambiare prodotto dal giorno alla notte".

 

Le librerie si colorano di giallo e blu

L’Associazione dei librai italiani ha invitato i propri associati a "vestire" le vetrine con i colori della bandiera Ucraina. “I libri, la lettura - ha commentato il presidente Paolo Ambrosini - da sempre sono dei ponti tra culture e storie diverse, e da donne e uomini che amano la cultura guardiamo con grande preoccupazione a quanto avviene in queste ore e auspichiamo che le parole possano prevalere sul rumore della guerra”.

La proposta di Ali è quella di utilizzare le copertine dei libri per tingere le vetrine di giallo e blu, esponendo anche opere di autori russi, “perché tutti noi dobbiamo molto a quella tradizione culturale e non possiamo accettare che oggi la Russia sia causa di una tragedia annunciata”, ha spiegato Ambrosini che ha aggiunto: “con questo messaggio vogliamo unirci il 2 marzo alla giornata di digiuno e preghiera promossa da Papa Francesco”.

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