Per fermare le pratiche sleali "serve un lavoro di squadra"

Per fermare le pratiche sleali "serve un lavoro di squadra"

Per Confcommercio audizione al Senato in Commissione Agricoltura nell'ambito della proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera alimentare.

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21 novembre 2018

Non servono solo regole e norme per risolvere il nodo delle pratiche sleali, ma un lavoro di squadra con tutti gli attori della filiera che sappia valutare e affrontare l'applicabilità nelle diverse situazioni che si presentano volta per volta. E' la posizione di Confcommercio, illustrata in un'audizione al Senato in Commissione Agricoltura, nell'ambito della proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera alimentare. "Queste proposte di direttiva - ha detto il responsabile del Settore Commercio e Legislazione d'Impresa, Roberto Cerminara - saranno tanto più efficaci qualunque siano le scelte adottate, quanto meno discrezionalità sarà lasciata agli Stati membri in fase di recepimento; altrimenti l'obiettivo di armonizzazione, uno dei cardini che ha spinto la Commissione ad intervenire su questa materia, rischia di essere vanificato". Secondo Confcommercio occorre, comunque modificare alcuni passaggi del testo, dalla definizione di 'prodotti alimentari deperibili' che così com'è rischia di dare adito a parecchi dubbi interpretativi. Bisogna poi estendere il diritto di presentare denuncia a tutte le organizzazioni imprenditoriali e non solo a quelle dei produttori agricoli, come anche modificare i termini di pagamento dei 30 giorni, facendo riferimento all'ultimo giorno di ricevimento della fattura e non alla data di consegna, così come indica la legge italiana nell'articolo 62.

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