Auto: l'Unrae propone interventi per giovani e famiglie

Auto: l'Unrae propone interventi per giovani e famiglie

Tradizionale incontro con la stampa dell'Associazione delle Case estere: rivendicato il ruolo trainante del settore per l'economia. Nel 2012 previsto un mercato da 1.680.000 auto.

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15 dicembre 2011

"Riteniamo che l'intero settore dell'automotive possa contribuire in modo significativo al rilancio dell'economia del nostro Paese. Il Governo Monti ha dovuto prendere drastiche misure imposte dall'allarmante quadro economico-finanziario europeo. Ora attendiamo le azioni necessarie in favore del rilancio dell'economia italiana, consapevoli che esse dovranno tenere conto anche di un comparto che dà lavoro a 1.200.000 persone, che contribuisce al gettito fiscale nella misura del 16,6%, che vale l'11,4% del Pil. Non possiamo immaginare che un settore di questa rilevanza
economica e sociale rimanga fuori da un progetto destinato a restituire al nostro Paese la
posizione che gli spetta fra i maggiori protagonisti dell'Europa Unita". Il Presidente dell'Unrae, Jacques Bousquet, ha così sintetizzato le preoccupazioni e le attese del mondo dell'automobile, nel corso del suo intervento in occasione della tradizionale conferenza stampa che l'Associazione che rappresenta le Case estere in Italia, ha indetto come ogni anno a Milano. Bousquet ha aperto l'incontro tracciando un quadro di largo respiro dell'automobile, mettendo in evidenza le diverse velocità di sviluppo dei grandi mercati, con quelli più consolidati in difficoltà e con gli emergenti in forte crescita. Il presidente dell'Unrae ha quindi evidenziato l'impatto che sugli automobilisti hanno avuto le recenti misure e il loro tributo alle Casse dello Stato. La manovra estiva ha creato - attraverso l'imposta RCAuto, le accise sui carburanti, il superbollo, l'IPT e l'IVA - le premesse per una maggiore spesa fiscale di 1,2 miliardi nel 2011 e di 2,4 miliardi nel 2012. La manovra "Salva Italia", con un nuovo intervento sulle accise, sul superbollo e sull'IVA genererà una ulteriore spesa
(escluso l'aumento dell'IVA) di 5,1 miliardi. "Se il Governo non dovesse dedicare al settore dell'automotive l'attenzione che si merita - ha spiegato Bousquet - si produrrebbero certamente ripercussioni negative sul mercato, che il nostro Centro Studi ha provveduto a stimare. Per il 2012 si prevedono 1.680.000 immatricolazioni di auto (in calo del 4% sulle 1.750.000 attese a fine 2011) e 160.000 di veicoli commerciali (-5,9%), ed anche per il 2013 le indicazioni tracciano uno scenario quasi piatto, con 1.720.000 auto e 180.000 commerciali. Con un mercato decisamente depresso, dal 2008 al 2013 le reti dei concessionari delle Case potranno perdere anche il 30% delle loro strutture di vendita". Bousquet ha poi descritto uno scenario secondo il quale è possibile
immaginare un significativo contributo dell'automobile al rilancio dell'economia italiana: "occorre agire sul fronte dell'innovazione, della mobilità sostenibile, rivedendo la fiscalità attraverso una rimodulazione del gettito, agendo sulla leva delle auto aziendali con adeguamento della fiscalità italiana a quella europea, intervenendo in modo concreto con misure in favore dei giovani e delle famiglie". Su questi due ultimi punti, ritenuti essenziali anche per un fatto di equità sociale,
l'Unrae, evidenziando la contrazione degli acquisti di auto da parte dei giovani fra i 18 e i 29 anni, la cui precarietà nel lavoro crea forti difficoltà nel ricorso al credito bancario, suggerisce la costituzione di un fondo per prestiti a tasso agevolato, abolendo nel contempo i costi per le pratiche di finanziamento. Quanto al sostegno alle famiglie che devono cambiare l'auto sostituendo veicoli poco sicuri e molto inquinanti con vetture dotate delle più recenti tecnologie, esso dovrebbe orientarsi su un programma triennale parametrato alle emissioni di CO2. Secondo i calcoli del Centro Studi Unrae, le misure a vantaggio delle famiglie si tradurrebbero in una crescita dell'immatricolato tale da garantire sostegno all'iniziativa a costo zero per lo Stato. Bousquet ha, infine, chiesto che una quota dei 4,8 miliardi di euro derivanti dall'aumento delle accise sui carburanti torni al settore dell'automotive per permettergli di contribuire alla crescita economica del Paese.

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