Auto, un mercato "nel marasma"

Auto, un mercato "nel marasma"

Secondo Federauto, è il dato delle immatricolazione ai privati la vera cartina di tornasole (a maggio -27,7 per cento). Pavan Bernacchi: "nessuna azienda può affrontare una perdita di fatturato così elevata senza mettere mano ai costi".

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7 giugno 2010
Malagò rieletto alla Presidenza della federaicpa

“Nel totale disinteresse del Governo il mercato dell’auto in Italia è nel completo marasma”. Lo dice Federauto, l’Associazione dei concessionari d’auto di tutti i brand commercializzati in Italia, secondo la quale il vero dato sulle immatricolazioni di nuove autovetture nel maggio scorso segna –27,7% contro il -13,8% ufficiale. “E’ il dato di immatricolazione ai privati la vera cartina di tornasole del mercato”, spiega il presidente Filippo Pavan Bernacchi. “Infatti – continua - il canale vendita ai privati non è inquinato dalle chilometri zero: le vetture immatricolate alle case automobilistiche, ai concessionari o ai noleggi, che poi le riversano sul mercato. Il dato senza correttivi registra una caduta quasi del 30%. E nessuna azienda, per quanto sana, in qualunque settore, può affrontare una perdita di fatturato così elevata senza mettere mano ai costi che, nel nostro caso, per l’80%, sono composti dagli stipendi dei nostri 178.000 collaboratori”. Continua il presidente di Federauto: “noi da tempo abbiamo chiesto un incontro urgente al Governo perché l’uscire dagli incentivi girando un interruttore sta producendo uno sfacelo. Non per il nostro settore ma per il sistema Italia. Con i costruttori e l’indotto fatturiamo il 20% del Pil e impieghiamo un milione di addetti. Questa caduta del mercato, per lo Stato, costerà circa 2 miliardi di euro in tasse varie non incassate e farà bruciare 45milaposti di lavoro”.

“Quello che noi vorremmo proporre al presidente Berlusconi, anche in funzione dell’interim del Ministero dello Sviluppo Economico – conclude Pavan Bernacchi - è una politica per le auto a basso impatto ambientale, magari alimentate a gpl o metano, e una defiscalizzazione delle vetture aziendali. Siamo convinti che a costo zero per lo Stato si potrebbe sostenere la domanda, inquinare molto meno continuando ad abbassare i valori di CO2, salvaguardare l’occupazione di decine di migliaia di famiglie sparse in tutto il territorio nazionale e abbassare i costi sociali determinati dagli incidenti stradali, svecchiando il parco e dotando i clienti di macchine corredate dei moderni dispositivi di sicurezza e delle nuove scocche a deformazione progressiva”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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