Bankitalia: imprese sempre più pessimiste sulla situazione economica

Bankitalia: imprese sempre più pessimiste sulla situazione economica

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14 gennaio 2013

Le imprese sono sempre più pessimiste sulla situazione economica. Secondo l'ultima indagine di Bankitalia sulle aspettative delle aziende, infatti, a fine 2012 la quota di imprese che ha segnalato un miglioramento congiunturale si è quasi dimezzata (al 3,8%) rispetto a settembre, mentre è salita al 57,5% (dal 50,6) l'incidenza di quelle che hanno riportato un peggioramento. Cresce anche la percentuale di imprese che prevedono come insufficiente la posizione di liquidità (28,6% dal 24,8% di settembre). La quota di imprese che attribuisce probabilità nulla al verificarsi di un miglioramento della situazione economica generale nei prossimi tre mesi, rileva ancora la Banca d'Italia, è aumentata al 59,8% (dal 52,3%); tale aumento è stato inferiore per le aziende maggiormente orientate all'esportazione. I giudizi sull'andamento della domanda per i propri prodotti negli ultimi tre mesi sono diventati leggermente più sfavorevoli: il saldo negativo tra le risposte di aumento e diminuzione è ora pari a 30,2 punti percentuali, da 27,6 dell'inchiesta di settembre; un minor pessimismo caratterizza le attese sul trimestre in corso (-17,2 punti percentuali). La percentuale di operatori che ritiene peggiorate le condizioni per investire nell'ultimo trimestre del 2012 è aumentata al 43,9%, dal 37,5 di settembre; ne è derivato un peggioramento del saldo tra giudizi positivi e negativi, a -37 punti percentuali (da -31,6 in settembre). E' in aumento la quota di aziende che segnala condizioni di accesso al credito peggiorate nel quarto trimestre del 2012
(30,5%, contro 26,1 nell'inchiesta di settembre), mentre per quanto riguarda l'occupazione il 61,9% delle aziende ritiene che il numero di addetti rimarrà invariato nei prossimi tre mesi. Si è ulteriormente ampliato il saldo negativo tra attese di aumento e diminuzione dell'occupazione (a -23,3 punti percentuali, da -18,2 in settembre); il divario risulta particolarmente pronunciato per le imprese di grandi dimensioni (-35,5 punti percentuali).

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