Bankitalia: "Disoccupazione in crescita, la ripresa c'è ma resta debole"

Bankitalia: "Disoccupazione in crescita, la ripresa c'è ma resta debole"

Bollettino trimestrale: Restano rischi al ribasso per la ripresa dell'economia italiana, legati soprattutto alle condizioni di accesso al credito. Previsioni Pil: +0,7% nel 2014 e +1% nel 2015. Prosegue il consolidamento dei conti pubblici.

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17 gennaio 2014

 

Restano rischi al ribasso per la ripresa dell'economia italiana, legati soprattutto alle condizioni di accesso al credito. Lo sostiene la Banca d'Italia nel bollettino economico, secondo cui i rischi per la crescita "restano orientati verso il basso. Se le condizioni di accesso al credito rimanessero restrittive più a lungo di quanto prefigurato o se i pagamenti dei debiti commerciali delle amministrazioni pubbliche registrassero differimenti, la ripresa degli investimenti sarebbe ritardata". Il rafforzamento dell'attivita' economica "si trasmetterebbe gradualmente e con ritardo al mercato del lavoro". Solo il recupero della domanda interna potra' estendere la ripresa anche al mercato del lavoro. E' la previsione contenuta nel Bollettino trimestrale di Bankitalia. In particolare, non si arresta il calo della disoccupazione: "aumenterebbe ancora, portandosi al 12,9% nella media del prossimo anno". Il tasso di disoccupazione, che normalmente segue con ritardo l'andamento del ciclo economico, "ha raggiunto il 12,3 per cento nel terzo trimestre e sarebbe ulteriormente salito al 12,6 nel bimestre ottobre-novembre". L'occupazione, si rileva, "scesa di circa il 2% nel 2013, continuerebbe a ridursi lievemente nei prossimi trimestri", chiudendo l'anno in calo dello 0,2%, per poi aumentare, di circa mezzo punto percentuale (+0,7%), nel 2015". L'offerta di lavoro "in leggero calo nel biennio 2013-14, tornerebbe a espandersi nel 2015, per effetto dell'attenuazione del fenomeno di scoraggiamento, indotta dalla ripresa ciclica". Per ciò che riguarda i consumi delle famiglie, la flessione si è attenuata nel terzo trimestre del 2013 ma restano il pesante freno della debolezza del reddito disponibile e dalle difficili condizioni del mercato del lavoro. Si e' interrotto nel quarto trimestre il recupero della fiducia in atto dall'inizio del 2013. e a proposito di consumi, nel biollettino si legge che "le previsioni dell'inflazione per il biennio sono state riviste al ribasso rispetto alle proiezioni pubblicate in luglio,poco sopra l'1% quest'anno, attorno all'1,4% il prossimo'. Insomma, l'inflazione, scesa all'1,3% nel 2013, si ridurrebbe ancora lievemente quest'anno per poi riportarsi intorno all'1,5 nel 2015''. Nelle previsioni del Bollettino il Pil "crescerebbe moderatamente quest'anno, in media dello 0,7%, accelerando poi all'1% l'anno successivo, sospinto dalla dinamica degli scambi internazionali e dalla ripresa, pur moderata, degli investimenti". L'attivita' economica "sarebbe tornata a crescere lievemente nell'ultimo trimestre dello scorso anno". Nel complesso del 2013, il Pil dell'Italia si sarebbe ridotto dell'1,8 per cento. Rispetto alla precedente previsione di luglio scorso, "si prefigura un contributo piu' forte della domanda interna, grazie anche a tassi di interesse inferiori a quanto ipotizzato, e un contributo meno favorevole degli scambi con l'estero, riconducibile principalmente all'apprezzamento del cambio". Nel prossimo biennio infatti, le vendite all'estero "trarrebbero vantaggio dalla crescita degli scambi internazionali, espandendosi in media annua di circa il 3,5%". La dinamica delle esportazioni, pero', "risulterebbe inferiore a quella della domanda potenziale sui nostri mercati di sbocco, per via dell'apprezzamento del cambio osservato dall'inizio del 2013 che comporterebbe, a parita' di altre condizioni, una minore crescita delle esportazioni di circa tre punti percentuali cumulativamente nel triennio 2013-15". Prosegue intanto il consolidamento dei conti pubblici:  l'indebitamento netto nel 2013 "risulta in linea con quello dell'anno precedente". Il disavanzo "riprenderebbe a migliorare quest'anno e il prossimo"; l'incidenza del debito pubblico sul Pil "tornerebbe a scendere a partire dal 2015".
 
 
 
 

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