Bankitalia: "Pareggio di bilancio nel 2015 se proseguono le riforme"
Bankitalia: "Pareggio di bilancio nel 2015 se proseguono le riforme"
Bollettino economico: "Negli ultimi mesi, anche in virtu' del miglioramento del ciclo economico europeo, sono emersi per l'economia italiana alcuni segnali qualitativi positivi". "Rallenta l'aumento della disoccupazione".
Per l'anno in corso e per il 2014 il quadro macroeconomico delineato dal Governo presenta limitati scostamenti rispetto alle previsioni della Banca d'Italia pubblicate lo scorso luglio, che hanno trovato alcune conferme nelle informazioni congiunturali successive. Nel quadro a legislazione vigente della Nota di aggiornamento del Def, il Documento di economia e finanza, l'indebitamento netto scende al 2,3% del Pil nel 2014 e raggiunge lo 0,7% nel 2017. Il miglioramento è riconducibile alla previsione di una decisa accelerazione del prodotto (che cresce in media dell'1,8% nel triennio 2015-17) e all'ipotesi di una rapida discesa dello spread tra i rendimenti dei titoli pubblici decennali e il bund tedesco. Lo scrive la Banca d'Italia nel bollettino di ottobre a proposito degli obiettivi annunciati dal Governo. Il concretizzarsi di queste ipotesi, annotano gli analisti Bankitalia, richiederà la stabilità del quadro interno e la continuità del processo di riforma. Rispetto a questo quadro tendenziale, per il 2014 si programmano maggiori spese in conto capitale per 0,2 punti percentuali del prodotto (coerentemente con l'obiettivo per l'indebitamento netto del 2,5% del Pil); in termini strutturali vi sarebbe ancora un lieve disavanzo (0,3% del Pil).
LE MANOVRE CORRETTIVE
Nel triennio 2015-17 vengono confermate le entità delle manovre correttive già previste nel Def (il divario tra quadro programmatico e quadro tendenziale è pari rispettivamente a 0,2, 0,4 e 0,6 punti percentuali del Pil) che garantirebbero il raggiungimento di un sostanziale pareggio di bilancio al termine dell'orizzonte di
programmazione; in termini strutturali, il saldo di bilancio sarebbe in pareggio dal 2015. L'avanzo primario aumenterebbe dal 2,9 del 2014 fino al 5,1% del Pil nel 2017.
DEBITO PUBBLICO
Per gli anni 2014-17 il Governo pianifica introiti pari a 0,5 punti percentuali di Pil l'anno derivanti da privatizzazioni e dismissioni del patrimonio dello Stato, a fronte dell'1% l'anno programmato, già a partire dal 2013, nel Def; la riduzione è attribuita alla difficile situazione del mercato finanziario e di quello immobiliare. Il debito pubblico comincerebbe a scendere, sia pur lievemente, già dal 2014 (al 132,8% del Pil), nonostante ulteriori pagamenti di debiti pregressi per 20 miliardi. La riduzione proseguirebbe in modo più marcato negli anni successivi, portando nel 2017 il rapporto tra il debito pubblico e il Pil al 120,1% (117,3 nel Def di aprile).
IN LINEA CON L'UE
Il profilo programmatico delineato nella Nota di aggiornamento è sostanzialmente coerente con le nuove regole di bilancio europee, incentrate sull'andamento strutturale
dei conti pubblici e sulla dinamica del debito. Per gli anni 2015-17 esso delinea una crescita superiore alle previsioni di consenso, in quanto assume il pieno
realizzarsi degli effetti delle riforme strutturali introdotte nel passato biennio e un significativo miglioramento degli spread sui nostri titoli di Stato. Il 15 ottobre il Governo ha approvato il disegno di Legge di Stabilità. In base alle dichiarazioni ufficiali, le misure mirano, oltre a conseguire gli obiettivi programamatici indicati nella Nota di aggiornamento, ad attuare una prima riduzione della pressione fiscale, finanziata anche con riduzioni di spese.