BIT 2011 - Conferenza stampa di apertura

BIT 2011 - Conferenza stampa di apertura

Milano, 17 febbraio 2011

DateFormat

4 marzo 2011
Presidente Sangalli, perché non vi piace la tassa di soggiorno

OSSERVAZIONI MONDO IMPRENDITORIALE

 

Il nostro Paese possiede un patrimonio storico, artistico e culturale inestimabile e senza pari al mondo, abbiamo aree di  una bellezza paesaggistica da mozzare il fiato, ospitiamo una concentrazione di siti archeologici e di città d’arte – Siena e il territorio circostante ne sono un fulgido esempio - che tutti ci invidiano, la qualità e la varietà della nostra enogastronomia sono unanimemente riconosciute.

 

Eppure in questi anni abbiamo perso terreno in termini di competitività rispetto ai principali concorrenti.

 

L’attrattività turistica di un Paese dipende, infatti, da un insieme di fattori che includono accoglienza, accessibilità e promozione del territorio per attrarre i flussi turistici dei Paesi emergenti e interpretare le esigenze dei “nuovi turisti”, dei viaggiatori contemporanei.

 

Sulle infrastrutture, in particolare, abbiamo accumulato un gap che, in questi ultimi anni, è addirittura cresciuto rispetto a Paesi come la Spagna e la Francia. Oltralpe, ad esempio, la rete dell’Alta Velocità è molto più estesa della nostra e i porti  turistici francesi dispongono di circa 50mila posti barca in più dei nostri, pur avendo la Francia metà dei nostri chilometri di costa.

 

Ovviamente non esiste solo un problema di infrastrutture e di accessibilità, sarebbe troppo semplicistico ridurre tutto a questi termini, ma c’è anche dell’altro.

 

Come mette in evidenza una nostra recente indagine oltre l’80% delle imprese turistiche chiede non solo la realizzazione e il miglioramento delle infrastrutture di trasporto, ma anche eventi promozionali, agevolazioni finanziarie, misure per la sicurezza e la vivibilità delle aree urbane,  interventi sul versante della fiscalità.

 

C’è, infatti, un problema di tariffe e di imposte che ci penalizza rispetto ad altri Paesi europei, si avverte l’esigenza di introdurre strumenti più flessibili in materia di lavoro, serve una maggiore integrazione tra servizi pubblici e privati.

 

In questo senso, è necessario un ruolo forte delle istituzioni pubbliche non solo o, meglio, non tanto nell’attività di promozione dei territori, quanto piuttosto nel miglioramento della qualità e dell’accessibilità dei servizi, nella riqualificazione delle aree urbane, nella garanzia di una maggiore sicurezza. Nell’assicurare, insomma, al sistema produttivo un contesto ambientale più adatto a fare impresa.

 

E dobbiamo anche puntare di più sugli elementi peculiari e caratteristici del nostro modo di vivere, sulle espressioni e sulle mille declinazioni del Made in Italy che si riflettono anche sul prodotto turistico e che possono contribuire a rafforzare e a distinguere la nostra offerta rispetto a quella dei diretti concorrenti.

 

L’integrazione dei servizi rappresenta, quindi, un’opportunità da cogliere, perché va proprio in questa direzione. Penso, ad esempio, all’importanza del commercio e al richiamo che le strade dello shopping possono esercitare sui turisti.

Così come è importante riuscire ad attrarre investimenti e capitali.

 

E’ per tutto questo che c’è, dunque, bisogno di una politica del turismo forte e coordinata tra tutti i soggetti istituzionali, sia a livello centrale che locale, con la piena partecipazione dei protagonisti pubblici e privati del settore.

 

Nella consapevolezza, però, che il turismo nasce e si sviluppa sul territorio e che, da questo punto di vista, gli enti locali rappresentano un interlocutore fondamentale e prezioso per il nostro sistema turistico.

 

Ad esempio il turismo nella città d’arte rappresenta un fattore chiave della nostra offerta. Ed è, soprattutto, un turismo che, anche in tempi di crisi, sostanzialmente tiene, che vale circa 100 milioni di presenze e 34 milioni di arrivi all’anno, che rappresenta più di un quarto del  turismo nazionale, e dove i visitatori sono per circa il 60% stranieri.

 

Tuttavia, c’è anche un rovescio della medaglia che riguarda la vivibilità, la conservazione, la tutela ambientale delle nostre città d’arte. La sfida è, dunque, doppia: da un lato, rispondere alle aspettative e ai bisogni di un flusso turistico in aumento e, dall’altro, assicurare uno sviluppo e una gestione della risorsa turistica appropriati ed in armonia con la popolazione residente, con il territorio e con l’ambiente.

 

Ecco, quindi, l’importanza di un turismo che sia davvero sostenibile, perché solo sulla base dei criteri di sostenibilità si può creare valore aggiunto per le città d’arte senza metterne a repentaglio il mantenimento e la salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale.

 

Per questo dobbiamo puntare sulla qualità: qualità dell’accoglienza, dei luoghi e dei servizi.

 

E a nostro avviso tre sono i passaggi ineludibili:

1 - Una promozione del territorio che contempli l’offerta dei grandi centri turistici insieme a quella dei borghi più piccoli e limitrofi. Un’offerta, dunque, completa e complessiva in grado, da una parte, di esercitare un più forte richiamo anche su altre aree del territorio e, dall’altra, di “disciplinare” i flussi turistici nei centri maggiori e più attrattivi e di scongiurare il rischio di massificazione e degrado.

 

2- Favorire la destagionalizzazione per accogliere un maggior numero di visitatori spalmati su tutto l’anno e permettere agli operatori turistici di lavorare con più serenità e regolarità.

 

3- Mirare alla qualità dei turisti con campagne di sensibilizzazione per visitatori più attenti ai temi della tutela dell’ambiente e del territorio.

 

L’obiettivo è ambizioso, lo sappiamo, ma è una sfida che possiamo e dobbiamo vincere.

 

Ed è un percorso a favore della sostenibilità in cui tutti i soggetti coinvolti – istituzioni, associazioni di categorie, cittadini, imprese –hanno una grande responsabilità e sono chiamati a fare la propria parte fino in fondo per lo sviluppo e il sostegno di nuove e più moderne politiche per il turismo.

 

Perché le nostre città d’arte sono il teatro della nostra storia, dei nostri usi e dei nostri costumi e, in quanto tali, rappresentano un insieme di valori storico-artistico-culturali che abbiamo tutti il dovere e il diritto di tutelare e di promuovere.

 

SCENARIO EUROPEO: IVA

 

E’ ormai noto a tutti il differenziale di imposizione indiretta che penalizza le nostre strutture nei confronti di Francia, Spagna, Grecia ed oggi anche Germania. In Francia l’IVA sulle prestazioni alberghiere è da tempo pari al 5, 5% e al 7% in Spagna rispetto al 10% applicato nel nostro paese; inoltre  dal 1 luglio 2009 la Francia ha anche abbassato la propria aliquota Iva sulla ristorazione dal 19,5 % al 5,5%, ma anche la rigorosa Germania ha effettuato un intervento in sintonia con questi e  a partire dal 1 gennaio 2010 ha portato  l'Iva sugli alberghi dal 19% al 7%."

 

Per la vendita di pacchetti e turismo organizzato in Italia l'aliquota è al 20% mentre in Spagna si applica l’aliquota del 16% e in Inghilterra quella del 15%.

 

TASSA DI SOGGIORNO

 

Nel biennio 2008-2009, la spesa per le vacanze è la voce di consumo delle famiglie che ha registrato il calo maggiore con un meno 3,2%. Fatta questa premessa, certamente c’è un’esigenza dei Comuni di far cassa e di realizzare nuove entrate, ma la tassazione dell’ospitalità turistica non farebbe altro che ridurre la competitività e comprimere le potenzialità di un settore che rappresenta una vera, grande risorsa per l’Italia. Sarebbe, insomma, un vero e proprio autogol contro la crescita e lo sviluppo di questo comparto che, al contrario, andrebbe sostenuto con scelte in tutt’altra direzione e che, se adeguatamente supportato da buone politiche, potrebbe, nell’arco di pochi anni, raddoppiare il proprio contributo alla formazione del Pil del Paese.

 

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca