Bond, Tremonti: "le banche non fanno l'interesse del Paese"

Bond, Tremonti: "le banche non fanno l'interesse del Paese"

Dal ministro dell'Economia pesanti critiche gli istituti di credito: "i bond sono nati nell'interesse del Paese, delle imprese, delle famiglie e dei lavoratori, non delle banche".

DateFormat

7 settembre 2009
“Quando le banche dicono che i cosiddetti Tremonti bond non gli servono, che non gli vanno bene, dicono una cosa che e' contr

“Quando le banche dicono che i cosiddetti Tremonti bond non gli servono, che non gli  vanno bene, dicono una cosa che e' contro l'interesse del Paese”. Parole del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, a Cernobbio  per il workshop Ambrosetti. Secondo Tremonti, le speciali obbligazioni destinate ad essere  emesse dalle banche e sottoscritte dal Tesoro sono state concepite “nell’interesse del paese, delle imprese, delle famiglie e dei  lavoratori, non nell’interesse delle banche. Quegli strumenti non sono fatti per le banche, ma per le imprese”. I cosiddetti Tremonti bond, prosegue il ministro, “sono stati chiesti dalle banche e disegnati in Europa come meccanismo e tasso di interesse. Sento dire che l'8,5% (il tasso di interesse connesso alle obbligazioni, ndr) è troppo per  prendere denaro: non prendo denaro, ma capitale, che è una cosa  totalmente diversa. E' strano che le banche ora dicano che non gli  piaccia uno strumento che è stato chiesto da loro”. “Non utilizzando questo strumento – ha osservato Tremonti - le banche non fanno un favore al governo, fanno un maleficio alle imprese”.”Il problema di quei bond -ha proseguito il ministro dell'Economia- non è il mercato dei capitali, ingegneria, quanto e come si inseriscono nel bilancio delle banche, ma quanti soldi vanno alle piccole e medie imprese”. I cosiddetti Tremonti bond, ha continuato il ministro, “aumentano il core tier 1 ratio (un indicatore della solidità patrimoniale delle banche, ndr) ma non per finanziare le banche, bensì le Pmi. Sono un ponte che passa attraverso le banche verso la  piccola e media impresa”.”Se su quel ponte -ha concluso il ministro – c’è un signorotto che esige il diritto di passaggio e decide se gli va o non gli va, non è giusto.

Non nei confronti del governo, ma delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese”.

 

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca