Borse in recupero, occhi sui governi dell'eurozona

Borse in recupero, occhi sui governi dell'eurozona

Mercati azionari in rialzo nonostante la smentita alle indiscrezioni di stampa: l'Europa non metterà sul piatto 3mila miliardi per salvare Stati sovrani e moneta unica. Rehn: "cifre irresponsabili".

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27 settembre 2011

E' cominciato in rialzo la settimana delle borse europee: Milano è stata la migliore con uno spunto del 3,32%, bene anche Francoforte +2,87% e Parigi +1,85%, più prudente l'andamento di Wall Street. Eppure, dal forum annuale del Fondo Monetario Internazionale tenutosi lo scorso fine settimana sono arrivate poche notizie. Solo un'irrealistica speranza confezionata su incontrollate indiscrezioni di stampa: l'Europa potrebbe mettere sul piatto 3mila miliardi di euro per salvare Stati
sovrani e moneta unica. Cifre che il commissario agli affari monetari Ue, Olli Rehn, ha definito ''irresponsabili''. Giovedì la Germania deve affrontare un delicato passaggio parlamentare, visto che il Bundestag dovrà approvare il rafforzamento del fondo europeo salva stati (Efsf): capitale a 750 miliardi e capacità di prestito a 440 miliardi. Dei 750 miliardi di garanzie statali, oltre 200 li sborserà la Germania, in quanto titolare di quota del 26% dell'Efsf. Attualmente le garanzia fornite da Berlino al Fondo sono poco più di 100 miliardi. Per la cancelliera Angela Merkel è gà' difficile far digerire ai propri connazionali un ulteriore spesa di 100 miliardi, figuriamoci un eventuale rafforzamento del Fondo a 3mila miliardi, che a Berlino costerebbe quasi 900 miliardi. Per questo sono piovute le smentite, il Fondo sarà rafforzato nella misura di quanto già deciso, non un euro di più. Nel frattempo Bruxelles ha fatto sapere che il prestito alla Grecia di 8 miliardi di euro non saràall'ordine del giorno del prossimo vertice finanziario europeo in programma la prossima settimana. La Grecia può attendere? Si direbbe di no, se non arrivano gli 8 miliardi rischial'insolvenza a partire da metà ottobre. Ma la decisione di Bruxelles di prendere tempo potrebbe nascondere l'intenzione di inserire qualcosa di più efficace dell'attuale architettura del Fondo europeo salva-stati che,con 440 miliardi di prestiti, va poco lontano. Infatti, 130 sono già impegnati nei piani di salvataggio per Grecia, Irlanda e Portogallo, i restanti 300 sono chiaramente
insufficienti per sostenere i titoli del debito pubblico italiano e spagnolo, che valgono rispettivamente 475 e 1.400 miliardi di euro. Il coniglio dal cilindro potrebbe essere la trasformazione del Fondo salva-stati in una sorta di Fondo Monetario Europeo che, oltre a contare sugli apporti di risorse dagli Stati membri, potrebbe essere autorizzato ad indebitarsi per
fornire risorse a stati sovrani e banche da ricapitalizzare.

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