Botta e risposta tra Confindustria e Rete Imprese Italia sull'Iva

Botta e risposta tra Confindustria e Rete Imprese Italia sull'Iva

Nel manifesto degli industriali la proposta di armonizzare, anche con aumenti, le aliquote ridotte Iva. Rete Imprese: "Stupisce Confindustria che prima era contraria come tutti gli altri all'aumento Iva". No anche da Federdistribuzione e Centromarca.

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25 gennaio 2013

Rete Imprese Italia "risponde" alle istanze proposte da Confindustria contenute nel manifesto programmatico di viale dell'Astronomia ed in particolare quella sull'Iva: secondo Confindustria, infatti, una delle strade da percorrere è quella dell'armonizzazione delle aliquote Iva ridotte, anche con aumenti ma finalizzati a reperire risorse da destinare alla riduzione dell'Irpef sui redditi piu' bassi. "Pur ritenendo importante - si legge in una nota di Rete Imprese - che le Associazioni di impresa incalzino la politica con le loro proposte in un momento cruciale per la vita del Paese stupisce che la Confindustria abbia indicato come priorità per finanziare le sue proposte l'aumento dell'Iva. Stupisce perché, nel documento congiunto dei mesi scorsi siglato con Rete Imprese Italia su questa misura del Governo prevista per luglio, tutte le organizzazioni d'impresa avevano espresso una posizione comune e contraria, compresa Confindustria, motivata dal fatto che una domanda per consumi e investimenti desolatamente ferma da anni non poteva essere ulteriormente penalizzata. E' quindi evidente che Rete Imprese Italia sottolinea la sua netta contrarietà a questa proposta". La ''terapia d'urto'' proposta da Confindustria nel suo Manifesto, prevede la smobilitazione di risorse per 316 miliardi, dai tagli alla spesa pubblica, al riordino degli incentivi alle imprese ed all'armonizzazione degli oneri sociali, a privatizzazioni e dismissioni del patrimonio pubblico, aumentando del 10% gli incassi dalla lotta all'evasione; e sul fronte delle riforme fiscali armonizzando le aliquote Iva ridotte, anche con aumenti ma finalizzati a reperire risorse da destinare alla riduzione dell'Irpef sui redditi piu' bassi. Le misure proposte vanno dalla riduzione del cuneo fiscale (eliminando progressivamente il costo del lavoro dall'imponibile Irap, tagliando gli oneri sociali, con 40 ore di lavoro in piu' l'anno pagate il doppio perche' detassate e decontribuite, stabilizzando a un miliardo l'anno le risorse per la detassazione del salario di produttivita') ad un taglio dei costi dell'energia.

Anche Federdistribuzione e Centromarca dicono no all'aumento Iva -

Federdistribuzione si dice ''preoccupata per la dinamica dei consumi nel 2013, perche' sara' l'anno nel quale si vedranno concretamente per le famiglie tutti gli effetti delle manovre di contenimento dei conti pubblici recentemente varate. Occorre quindi fare tutti gli sforzi possibili per non applicare il previsto aumento dell'Iva da luglio 2013''. ''A maggior ragione - prosegue il presidente Cobolli Gigli - non puo' essere condivisa la recente proposta di Confindustria di aumentare le aliquote del 4 e del 10%, che provocherebbe effetti catastrofici sui consumi gia' in crisi, generando un innalzamento dei prezzi sui prodotti di prima necessita' che hanno un peso elevato nei consumi delle famiglie meno abbienti''. Sulla stessa linea anche Centromarca, l'associazione italiana dell'industria di marca: il presidente Luigi Bordoni sottolinea come sia "improponibile non solo l'aumento delle aliquote Iva, ma in generale qualsiasi forma ulteriore di tassazione dei consumi".


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