Buoni pasto: Fipe "risponde" al Corriere della Sera

Buoni pasto: Fipe "risponde" al Corriere della Sera

In relazione alla rubrica «Sussurri e grida» che affronta il nodo dei buoni pasto (Corriere della Sera del 19 febbraio) si precisa che l'intervento di Fipe non esprime alcun conflitto di interesse. Anseb è infatti associata a Fipe da oltre 30 anni e con lei condivide le azioni a tutela di tutti i soggetti della filiera,

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26 febbraio 2015

 

In relazione alla rubrica «Sussurri e grida» che affronta il nodo dei buoni pasto (Corriere, 19 febbraio) si precisa che l'intervento di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) non esprime alcun conflitto di interesse; infatti Anseb è associata a Fipe da oltre 30 anni e con lei condivide le azioni a tutela di tutti i soggetti della filiera, esercenti in primis della cui centralità è convinta, e consumatori finali titolari dei buoni pasto, e all'interno associa anche aziende fornitrici di Consip. Si tratta di una alleanza storica, attraverso la quale si è sempre comunemente lavorato per gli interessi di tutta la filiera. Proprio con questa ratio di condivisione e tesa a riportare il mercato entro criteri di responsabile funzionamento, abbiamo coinvolto al riguardo anche le principali Associazioni dei consumatori, con le quali condividiamo un percorso finalizzato a ridare efficienza e trasparenza alla filiera. II ricorso, dunque, è stato fatto al solo fine di tutelare gli interessi di bar e ristoranti, per tre semplici ragioni: 1) la gara Consip 7 in questione non ha ancora un vincitore; 2) la probabile aggiudicazione con uno sconto per l'Amministrazione pubblica, che si avvicinerà al 20% come già avvenuto in passato, farà sì che il vincitore — che ribadiamo non ancora noto — si rivarrà sulla rete degli esercizi pubblici attraverso servizi aggiuntivi, fortemente onerosi, che nei fatti saranno obbligatori e imposti agli esercenti; 3) la crisi che nel 2009 ha visto la chiusura di oltre 50.000 imprese. Infatti, i criteri di gara prevedono che l'emettitore che vince la gara, di fatto, è «tenuto» a erogare servizi aggiuntivi ai pubblici esercizi a pagamento che porteranno la commissione a carico degli esercenti intorno al 18%. II risultato è che per un buono di 5 euro all'esercente resteranno circa 4 euro. La Fipe-Confcommercio, quindi, è intervenuta per contrastare criteri che stressano il principio di libera e leale concorrenza utilizzando i canali che lo stato di diritto mette a disposizione. E in questa analisi/denuncia non ha nessun conflitto di interesse, come l'articolo lascia intendere.

Lino Enrico Stoppant, presidente Fipe 

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