Buoni pasto: "Un tavolo al Mise per la riforma del settore"

Buoni pasto: "Un tavolo al Mise per la riforma del settore"

Nota congiunta di Fipe e Fida con le altre associazioni di categoria: "Il sistema dei buoni pasto è fuori controllo e deve essere rifondato. Primo passo per ripartire, un tavolo con il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio che veda il coinvolgimento di tutte le associazioni della ristorazione e del dettaglio alimentare".

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12 ottobre 2018

"Il sistema dei buoni pasto è fuori controllo e deve essere rifondato. Primo passo per ripartire, un tavolo con il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio che veda il coinvolgimento di tutte le associazioni della ristorazione e del dettaglio alimentare". Questa la richiesta avanzata congiuntamente da Fipe-Federazione italiana pubblici esercizi, Fida-Federazione italiana dettaglianti alimentari, Federdistribuzione, Ancc-Coop, Ancd-Conad, FIEPeT-Confesercenti, attraverso una comunicazione ufficiale inviata al ministro. "Il fallimento di QUI!Group - si legge - è solo la punta di un iceberg che nasconde molte altre insidie per gli utilizzatori dei buoni pasto e per le migliaia di imprese della ristorazione e del dettaglio alimentare che ogni giorno sono chiamate a misurarsi con questo servizio. In questi ultimi anni sono stati numerosi gli interventi normativi per mettere argine alle innumerevoli distorsioni del mercato, ma occorre prendere atto che nessuno è stato risolutivo e che, al contrario, il sistema continua a peggiorare". "Il livello delle commissioni a carico della rete degli esercizi convenzionati ha ormai sfondato, in alcuni casi, la soglia del 20%. Non cè altro Paese in cui sui buoni pasto le cose funzionino così. Lultimo intervento effettuato lanno scorso sul codice degli appalti, allo scopo di ridurre alcuni effetti distorsivi, ha sortito risultati diametralmente opposti. Si è ormai innescato un sistema che costa agli esercizi convenzionati, che erogano ogni giorno un servizio indispensabile per i lavoratori, almeno 500 milioni di euro allanno. Siamo ad un punto di non ritorno. Occorre rifondare il modello su nuove regole che vorremmo sottoporre allattenzione del vicepremier Di Maio e che aspettiamo di discutere al tavolo del ministero dello Sviluppo economico".

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