Faita-Federcamping prevede oltre dodici milioni di arrivi, per una crescita del 10-15% rispetto allo scorso anno.  “Anno carico di promesse, recuperare il capitale umano disperso nei lockdown”.

“Non si arresta l’onda di crescita del turismo all’aria aperta”. La conferma arriva dal presidente di Faita-Federcamping, Alberto Granzotto, da Riva del Garda sulla base dei dati illustrati nell’incontro “Turismo open air in Italia: tendenze e prospettive”, organizzato dalla Federazione nell’ambito di Hospitality-Il Salone dell’Accoglienza, in svolgimento a Riva del Garda. Sul settore, in ogni caso, gravano gli aumenti dei costi energetici, le incognite sul futuro delle concessioni demaniali nonché l’urgenza di ricostituire il capitale umano disperso a causa del Covid e ridotto a meno della metà nell’arco di due anni. Attualmente, a livello nazionale le prenotazioni confermate indicano una crescita del 10-15% del settore all’aria aperta, che si tradurrà nell’estate prossima in oltre 12 milioni di arrivi (nel 2022 sono stati 10,7 milioni, con un fatturato, indotto compreso, di 5,5 miliardi di euro).

“Se il buongiorno si vede dal mattino, il 2023 nasce carico di promesse. Mentre l’open air conferma il suo primato assoluto in ambito balneare, sono soprattutto il lago e la montagna a far registrare le performance più incoraggianti”, ha proseguito Granzotto. Già nel 2022, d’altra parte, lago e montagna hanno fatto registrare un progresso fra il 10% e il 12% rispetto al 2019, mentre rispetto al 2021 i fatturati sono aumentati del 20-30%.

“Il potenziale c’è tutto – ha concluso il presidente di Faita-Federcamping – ma permangono ostacoli sorti durante e dopo la pandemia, primo fra tutti la difficoltà di reperire personale professionale, ‘dirottato’ dal Covid verso altri settori durante i lockdown. Il tema del lavoro e della formazione dei nostri collaboratori sarà un elemento centrale per non sprecare questa occasione di crescita”.