Cantiermacchine-Ascomac: "la ripresa ha bisogno di fatti"

Cantiermacchine-Ascomac: "la ripresa ha bisogno di fatti"

Per la filiera dei macchinari da cantiere e per il movimento terra continua lo stato di crisi: nel 2010 mercato in calo del 9 per cento dopo il -37 per cento del 2009.

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2 febbraio 2011

I dati del mercato italiano delle macchine movimento terra e da cantiere confermano,
anche nel quarto trimestre 2010, lo stato di crisi della filiera dei macchinari da cantiere e
per il movimento terra. Dopo il rilevante calo di mercato già registrato nel 2009 (- 37%), il 2010 si è chiuso con una ulteriore flessione del 9%. Se confrontati con il periodo pre-crisi, i numeri sono impietosi: nel 2007 erano state 30.120 le macchine per il movimento terra e da cantiere vendute in Italia, mentre nel 2010 sono stete solo 13.424: un crollo del 55%. In questi due anni, le imprese del settore hanno naturalmente fatto ricorso ai propri fondi accantonati prudenzialmente, tuttavia l'entità della crisi richiede oggi con urgenza l'adozione di provvedimenti strutturali, per far ripartire l'intera filiera delle costruzioni: dal saldo dei pagamenti da parte della PA, all'avvio di piccole opere sul territorio nazionale, alla programmazione di interventi a salvaguardia dell'ambiente e di contenimento, se non prevenzione, del dissesto idrogeologico che sta colpendo ampie aree del Paese. "Siamo consapevoli della profonda crisi che ha colpito anche il nostro Paese e comprendiamo le misure del Governo atte a ridurre il debito pubblico", afferma Amedeo Esposito, presidente di Cantiermacchine-Ascomac, "ma il Paese ha bisogno di energia per reagire. Al risparmio deve corrispondere un utilizzo efficiente delle risorse già disponibili: investimenti mirati a partire da piccole opere che, finalmente, consentirebbero all'Italia di riorganizzarsi e ristrutturarsi sotto il profilo ambientale, paesaggistico, infrastrutturale, energetico e cioè di svilupparsi. Purtroppo, la mancanza di misure operative immediate finisce, come abbiamo più volte segnalato presso le sedi competenti, per allontanare l'orizzonte della ripresa: pagamenti bloccati, risorse non spese, misure fiscali troppo restrittive, forti perdite occupazionali, regole frammentate sono solo alcuni dei punti su cui lavorare immediatamente. Lo abbiamo ribadito al Governo e al Parlamento in occasione della manifestazione degli Stati Generali delle costruzioni lo scorso 1 dicembre e lo
ripetiamo ancora oggi. La ripresa ha bisogno di fatti".



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