Carburanti: "aumenti alla pompa inferiori a quelli internazionali"

Carburanti: "aumenti alla pompa inferiori a quelli internazionali"

Figisc replica ad Adusbef e Federconsumatori: "la disinformazione non giova a far comprendere le cause del caro carburanti". "E' pretestuoso affermare che gli aumenti dei prezzi siano del tutto ingiustificati".

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17 febbraio 2011

"Aumenti dei prezzi dei carburanti per l'ennesima volta del tutto ingiustificati'? E' pretestuoso". Così Luca Squeri, presidente nazionale di Figisc Confcommercio, commenta la presa di posizione di Adusbef e Federconsumatori. "I prezzi sono purtroppo alti (anche per i benzinai che hanno un margine fisso che non dipende dal prezzo e pagano più caro quel che acquistano), ma altra cosa è sostenere che sono ingiustificati. La speculazione sul petrolio sta nel mercato finanziario dei futures che non c'entra col mercato reale ma che condiziona al peggio sia il prezzo dei prodotti lavorati che il prezzo alla pompa. Di prezzi, però, si parla ormai solo per spot demagogici, aumentando la disinformazione con numeri e concetti sballati, per esigenze mediatiche interne, che non hanno altra finalità che portare acqua al mulino di nuovi monopòli per il controllo del mercato nazionale di questi prodotti", sottolinea Squeri. E "nell'ultima settimana i prezzi di riferimento delle compagnie sono aumentati di 1,1 eurocent/ litro contro aumenti di 1,3 del prezzo internazionale del prodotto ed addirittura di 1,9 eurocent/litro del greggio. Ma i prezzi di riferimento non sono affatto quelli reali della rete distributiva, che sono inferiori di almeno 3,0-3,5 eurocent/litro, considerate la grandissima eterogeneità dei prezzi praticati (prezzi veri, rilevati dal Ministero, e non medie teoriche) da impianto ad impianto e la scontistica: lunedì il prezzo medio rilevato dal Ministero era di 1,466 euro al litro". "Se si parla di prezzo senza imposte i numeri sono altri da quelli che sono stati diffusi: nel 2010 e nel 2011 in media la differenza con l'Europa dell'euro rimane di 4 centesimi/litro. Ciò che davvero conta per il consumatore è il prezzo intero che paga (che oggi è fatto dal 54,2 % di imposte, contro il 33,6 % del vero carburante ed il 12,2 % dei costi e margini distributivi. E comunque - conclude il presidente Figisc nell'Europa Comunitaria il prezzo italiano, in una classifica decrescente del prezzo, sta al decimo posto e niente affatto tra le prime posizioni".

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