Carburanti, Figisc: "i consumatori fanno male i conti"

Carburanti, Figisc: "i consumatori fanno male i conti"

Secondo la Federazione, le associazioni che denunciano un aumento di 10 centesimi rispetto a gennaio fanno male i calcoli. Inoltre, continuano "a prendere a base del confronto la quotazione del greggio invece di quella del prodotto lavorato".

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2 aprile 2010
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Le associazioni dei consumatori che denunciano un aumento di 10 centesimi dei prezzi dei carburanti rispetto a gennaio fanno male i calcoli. Lo sottolinea Figisc-Confcommercio nella sua ultima newsletter. Prima di tutto, si legge, “non si capisce di quale 'prezzo di gennaio' si parli: una media assai grezza del prezzo mensile Italia di gennaio della benzina rileva un valore di 1,343 euro al litro (con un minimo di 1,326 e un massimo di 1,344). Se il prezzo odierno si aggira su una media di 1,410 euro al litro, la differenza non è di 10 centesimi, bensì di 7,7 cent (tra un minimo di 7,6 cent e un massimo di 8,4). Insomma, il dato dei consumatori non è corretto”. Secondo la Federazione, inoltre, non è vero che la quotazione del petrolio è la stessa sempre rispetto a gennaio.

“Anche qui, la media di gennaio 2010 è di 53,35 euro al litro (tra un minimo di 50,47 e un massimo di 56,33): oggi la quotazione è di 59,69 euro al litro, un aumento rispetto ad allora mediamente pari a +11,88%, altro che quotazione uguale. Anche in questo caso, il dato citato dai consumatori non è corretto”.

Secondo i gestori aderenti a Confcommercio, inoltre, i consumatori continuano “imperterriti a prendere a base del confronto riferimenti sbagliati: la quotazione del greggio, invece di quella del prodotto lavorato”.

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