Carenze farmaci, Adf: "non c'è un unico capro espiatorio"

Carenze farmaci, Adf: "non c'è un unico capro espiatorio"

I grossisti farmaceutici si dicono "non contrari a una regolamentazione che dia priorità alla copertura sanitaria del territorio nazionale" ma "non accettano la mistificazione per cui la responsabilità delle carenze ricada su un unico capro espiatorio".

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21 gennaio 2014
Anche i grossisti  intervengono sul problema della carenza di farmaci. "L'Adf non è contraria a una regolamentazione che dia priorità alla copertura  sanitaria del territorio nazionale - dice Aldo Pesenti, presidente  dell'Associazione distributori farmaceutici (Adf), aderente a  Confcommercio - ma non accetta la mistificazione per cui, tra  industrie che non consegnano certi farmaci ai distributori mentre li  hanno sempre a disposizione del farmacista che chiami il loro call  center, e farmacisti che si improvvisano pseudo-grossisti per fare i  mini-esportatori, la responsabilità delle carenze ricada su un unico  capro espiatorio". "Qualsiasi azienda grossista - aggiunge Pesenti - potrebbe inondare il Ministero della Salute con le note d'ordine trasmesse alle industrie produttrici di quel centinaio di farmaci di cui finalmente  ci si sta preoccupando. Ordini che le industrie tagliano anche del  90%, anche se le quantità ordinate si mantengono al livello storico  degli ordinativi aziendali. L'export è ammesso dalla legge per la  buona ragione che favorisce i cittadini europei, nello specifico quei  cittadini dei Paesi a cui il farmaco esportato viene destinato. Questa è la soluzione trovata dall'Europa, anche se noi delle tre categorie  della filiera preferiremmo la soluzione del prezzo unico europeo". Tra l'altro, conclude Adf, "avere i prezzi più bassi degli altri è un danno  che si aggiunge a una marginalità per le aziende distributrici già  insufficiente a coprire i costi del servizio di rifornimento veloce di tutte le farmacie. Saremmo perplessi se le autorità non  verificassero le affermazioni di ciascuno dei soggetti coinvolti e  ancor peggio se prendessero decisioni di carattere legislativo  ascoltando solo Farmindustria e Federfarma, in violazione del  principio di imparzialità di cui all'articolo 97 della Costituzione".
 
 

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