Cautela e incertezza da parte delle famiglie per il 2007

Cautela e incertezza da parte delle famiglie per il 2007

Sangalli: consumi frenati, in zona Cesarini per ridurre le tasse28/2007
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Roma 25.04.2007

 

 

 

Sangalli: consumi frenati, in zona Cesarini per ridurre le tasse

 

 

CAUTELA E INCERTEZZA DA PARTE DELLE FAMIGLIE PER IL 2007

 

 

Si conferma la cautela già manifestata dalle famiglie nell’impostare nuovi e più dinamici piani di spesa, si riducono, a distanza di un anno, i valori medi delle principali spese familiari, quali alimentari, abbigliamento, calzature, ma aumentano le spese straordinarie (pc, elettrodomestici o manutenzione dell’abitazione); ci sono più famiglie che hanno incrementato i consumi, fenomeno però associato ad aumenti delle spese incomprimibili, i cui prezzi e tariffe sono percepite in aumento; si è indebolita la ripresa dei consumi registrata nel quarto trimestre 2006, e, soprattutto, sono diminuite del 3,5% le famiglie che prevedono di aumentare le proprie spese nel prossimo trimestre; cresce la quota di chi giudica sufficiente la propria capacità di spesa, ma rimane un 12% delle famiglie per le quali la situazione è critica: questi, in sintesi, i dati salienti che emergono dall’Outlook sui consumi Censis â€" Confcommercio che fotografa l’atteggiamento delle famiglie italiane rispetto ai consumi nel primo trimestre del 2007 e le previsioni per quello successivo.

 

L’indice sintetico di propensione al consumo Censis-Confcommercio, riflesso compatto delle varie dimensioni di analisi affrontate nel rapporto, passa da 2,81 del quarto trimestre a 2,75 del primo trimestre 2007: nulla di particolarmente allarmante né di statisticamente rilevante, se non per la conferma che l’onda della ripresa dei consumi che l’economia italiana ha attraversato nella metà dell’anno scorso si è ormai piuttosto indebolita. Ciò è confermato dalla dinamica dei quattro indici tematici su comportamenti di consumo e clima di fiducia: le possibilità di consumo e risparmio sono praticamente stabili mentre qualche nube si addensa presso l’orizzonte prospettico (indicatore di previsione dei consumi e indicatore del sentiment).

 

Nel primo trimestre del 2007 le famiglie hanno sì sperimentato un incremento delle spese per consumi, come suggerisce il fatto che ormai per il quarto trimestre consecutivo l’Outlook registra una crescita del numero di famiglie che ha dichiarato di avere incrementato i propri livelli di consumo (tavola 1) ma tale fenomeno, che si associa sempre a una migliore percezione nel Mezzogiorno rispetto al resto del Paese, sembra tuttavia determinato in larga misura da aumenti delle spese obbligate e incomprimibili, quali le tariffe per utenze domestiche, le spese per il carburante e i trasporti e solo in misura assai ridotta per panieri di beni capaci di determinare l’effettivo miglioramento del tenore di vita delle famiglie (tavola 2)

L’aspetto della cautela, che contrasta appunto con l’incremento della spesa in valore nel primo trimestre, è ben descritto dalla previsione peggiorativa che le stesse famiglie fanno rispetto ai consumi del trimestre successivo: diminuisce, anche se di poco, la percentuale di chi prevede di diminuire le spese, ma è del 3,5% la diminuzione della percentuale di famiglie che prevedono di aumentare i consumi,  (tavola 3). Una proiezione dei dati al prossimo trimestre - proiezione elaborata attraverso un’analisi di regressione dei dati sulle previsioni di spesa e sulle spese a consuntivo â€" indica una flessione della percentuale delle famiglie con spese in aumento. L’indicazione di massima che è possibile trarre da tale dato, che tiene conto dei livelli di correlazione (elevata) esistenti tra le diverse risposte fornite dagli intervistati nel tempo ma che va considerato con la massima cautela, è che nel secondo trimestre del 2007 potrebbe verificarsi un rallentamento dei ritmi di crescita (invero già assai limitati) dei consumi rispetto al primo trimestre del 2007.

Il confronto tra il primo trimestre del 2007 ed il primo trimestre del 2006 mette in evidenza come i valori medi delle principali spese familiari si siano leggermente ridotti, forse per una progressiva flessione della dinamica inflazionistica o per tentativi di risparmi effettuati dalle stesse famiglie al momento degli acquisti (es. per gli alimentari, per l’abbigliamento e le calzature).

Parallelamente però si sono registrati nell’arco di un anno leggeri aumenti nelle spese medie di tipo straordinario (tavola 4), come quelle per l’acquisto di un PC o di materiale elettronico, la spesa per un viaggio di svago e divertimento, per interventi di manutenzione dell’abitazione e per l’acquisto di un elettrodomestico.

Le differenze tra quanto rilevato nel primo trimestre del 2006 e del 2007 sono molto contenute, ma potrebbero cogliere leggeri mutamenti nei comportamenti di spesa, improntati a tentativi di risparmio sui prodotti di largo e generale consumo a favore di spese più impegnative (elettrodomestici, tecnologia consumer) che arricchiscono il paniere di consumo delle famiglie italiane.

La quota di famiglie che considera buone o ottime le proprie capacità di consumo si è attestata nel primo trimestre del 2007 al 34,2%, in diminuzione rispetto al quarto trimestre del 2006, ma in aumento rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, quando la quota si attestava ad un più scarno 26,7%   (tavola 5);   sin  dall’inizio  del  2006,  fino ad oggi, la  percentuale  di

 

famiglie che dichiara buone capacità economiche si è quindi apprezzabilmente ampliata, ma al di là del miglioramento del clima rispetto all’inizio del 2006, gli ultimi mesi, come confermato anche dall’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC +0.7% in volume i consumi nel primo bimestre 2007 rispetto al primo bimestre 2006) non consentono di rilevare un vero e proprio rivolgimento della situazione ed un più diffuso senso di benessere. In questo periodo è infatti aumentata (di oltre il 7%) soprattutto la percentuale di chi reputa le proprie capacità di spesa “sufficienti�. Non deve essere inoltre sottovalutato il fatto che permane un consistente numero di famiglie che dichiara condizioni economiche instabili e critiche, pari al 12% degli intervistati.

 

Per Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio, quello evidenziato dall’Outlook è “un sistema di consumi "frenato" che va sbloccato al più presto per evitare che il 2007 si concluda con la conferma di una stagnazione dei consumi.�

“E per sbloccarlo, per evitare che la domanda interna che rappresenta il 70% del PIL rimanga ferma anche quest'anno â€" ammonisce Sangalli -  c'è una sola via obbligata: ridurre le tasse con provvedimenti  urgenti in grado di far percepire a famiglie e imprese un'inversione di tendenza che a questo punto è necessaria. Insomma non basta più l'export per dire che l'economia è in ripresa ma ci vuole anche l'altra, e più importante, faccia della medaglia: quella della tensione proveniente dal mercato interno. Perchè purtroppo sia il dato sulle vendite al dettaglio dell'ISTAT che la nostra indagine confermano che lo stato di salute della nostra economia non è certo brillante.â€�

 

Nota â€" Struttura e caratteristiche del campione

L’Outlook sui consumi di Censisâ€"Confcommercio è un “osservatorio permanenteâ€� istituito per monitorare, a cadenza periodica, come spendono le famiglie italiane, le loro aspettative per il futuro e il clima di fiducia del Paese.

I dati ai quali fa riferimento il presente documento sono stati rilevati attraverso indagini telefoniche con metodo CATI, su un campione di 1000 famiglie residenti in Italia. Il campione è stratificato ex ante per tipologia familiare, per ampiezza demografica del comune di residenza e per area geografica di residenza.

La rilevazione è stata effettuata fra il 20 e il 24 marzo 2007.

 

 


 

 


 


 


 

 

 


 

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