CERNOBBIO 2013 Bonanni: "crisi tremenda, le tasse uccidono i consumi"

CERNOBBIO 2013 Bonanni: "crisi tremenda, le tasse uccidono i consumi"

Per il segretario generale della Cisl, "c'è una ‘febbre' che dura da diverso tempo che ha bloccato tutto il sistema". "In giro non c'è il becco di un quattrino, bisogna abbassare l'Irpef per lavoratori, pensionati e imprese che investono, alzando nel contempo quelle indirette".

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22 marzo 2013

Il modulo dedicato al credito che ha aperto il Forum di Cernobbio si è concluso con l'atteso intervento del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. "Il credito – ha esordito – è il  sale dell'economia, ma oggi non si può non notare una sfasatura tra la richiesta di aziende e famiglie e la risposta delle banche. Bisognerebbe rimuovere nodi strutturali di fondo in materia di reputazione, trasparenza, efficienza.  E instaurare una piena capacità delle banche commerciali di essere davvero al fianco delle microimprese. Serve poi una governance diversa, grazie alla quale gli azionisti abbiano più voce in capitolo nel controllo e i dirigenti più responsabilità". Bonanni è quindi passato a parlare della situazione economica e ha parlato di "una crisi tremenda che sta distruggendo la nostra economia, c'è una ‘febbre' che dura da diverso tempo che ha bloccato tutto il sistema. La produttività di sistema va malissimo, anche se le ore di lavoro che si fanno in Italia è superiore a quello delle economie più avanzate. E' ciò che ci circonda che si mangia quello che facciamo". Il segretario della Cisl è quindi tornato a denunciare che "le tasse sono troppo alte e una tassazione a questi livelli deprime i consumi. Bisogna abbassare l'Irpef per lavoratori, pensionati e imprese che investono, alzando nel contempo quelle indirette". Quanto infine alla ricetta per la ripresa, Bonanni ha detto che "c'è poco da rilanciare l'economia con gli investimenti, in giro non c'è il becco di un quattrino. Bisogna piuttosto riformare profondamente l'attuale sistema amministrativo a livello centrale e periferico, che è incompatibile con lo sviluppo ed è caratterizzato da inefficienza, clientelismo, ruberie. La politica non vuole rivederlo perché lo scambia per il proprio abbeveratoio e allora toccherebbe a sindacati e imprenditori, insieme, farsene carico".

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