Quarta sessione: L'Italia destinazione turistica e le potenzialità dei nuovi mercati

Quarta sessione: L'Italia destinazione turistica e le potenzialità dei nuovi mercati

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19 marzo 2016

[Slide 1] L'Italia, tra i Paesi leader nella competizione turistica mondiale, presenta una composizione degli arrivi dall'estero per provenienza caratterizzata da una discreta stabilità e da un buon grado di completezza. Nella top ten dei nostri turisti internazionali – oggi come nel 2001 - sono ovviamente presenti i diretti confinanti Francia, Austria e Svizzera. Al primo posto da sempre la Germania, anche in questo caso inevitabile, dal momento che il leader dei viaggi all'estero europeo e terzo al mondo si trova a poche centinaia di chilometri dal nostro confine. Quello che però stupisce positivamente è la presenza, al secondo e al quinto posto nel 2015, di due provenienze addirittura intercontinentali: rispettivamente Stati Uniti e Cina, fatto che dimostra quanto il nostro appeal turistico sia consolidato anche oltre oceano. Anzi, a guardare le variazioni intervenute tra il 2001 e il 2015, notiamo che il mix degli arrivi si è andato modificando proprio a favore delle provenienze più di lungo raggio, con Cina e Russia in salita e Stati Uniti stabili, mentre hanno costantemente perso posizioni Austria, Olanda e Spagna.

[Slide 2] Il trend presentato nella precedente slide tende a consolidarsi anche nel triennio 2016-2018, secondo le stime elaborate da CISET – Università Cà Foscari di Venezia, che vedono Cina e Stati Uniti proiettati verso le crescite maggiori di arrivi in Italia, questi ultimi con un +7,5% che si inserisce su un valore assoluto già vicino ai 5 milioni, mentre i vicini europei sono dati in crescita sì, ma con valori contenuti tra l'1,1% della Francia e il 2,4% della Spagna. Unico dato in controtendenza rispetto a questa lettura è quello dei Giapponesi, nostri turisti storici ed estremamente affezionati alla destinazione Italia, per i quali si prevede un contenuto aumento del 1,2% da qui al 2018.

[Slide 3] Con questo tipo di tendenza l'Italia, almeno in termini di numero di turisti stranieri, ossia di arrivi, dovrebbe registrare fino al 2018 performance migliori rispetto alla crescita degli arrivi prevista per le destinazioni concorrenti dell'Europa mediterranea - +1,5% in media nel triennio - avvicinandosi addirittura al più 2,5% medio previsto per le mete dell'Europa del Nord. Ma qual è allora il nostro punto debole?

[Slide 4] Eccolo, si chiama spesa media pro capite ed influisce pesantemente sul valore complessivo delle entrate che percepiamo, in valuta e in euro, dai turisti di provenienza estera. Secondo il dato ISTAT, il valore della spesa che mediamente ogni turista estero effettua durante il suo viaggio in Italia scende, dal 2001 al 2015, del 35% passando da 1.035 a 676 euro. Questo nonostante il mix delle provenienze turistiche si sia nello stesso periodo modificato a vantaggio dei turisti provenienti dal lungo raggio, quelli appunto che, mediamente, hanno un potere di spesa maggiore. E' dunque il numero medio di giorni che i turisti passano in Italia ad essersi contratto tra il 2001 e il 2015, a tal punto che, nonostante gli incrementi di arrivi in valore assoluto e la presenza di un numero maggiore di turisti più propensi a spendere in vacanza, le nostre entrate sono cresciute meno del dovuto: circa 38 miliardi di euro in meno rispetto a quelli che avremmo incassato se la spesa media pro capite fosse solo restata  ai valori del 2001.

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