Seconda sessione: Crescita e occupazione: le strategie nel turismo

Seconda sessione: Crescita e occupazione: le strategie nel turismo

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18 marzo 2016

[Slide 1] Il mondo, lo scenario nel quale si sono mossi nel 2015 quasi 1 miliardo e 200 milioni di viaggiatori internazionali, con una spesa che supera i 950 miliardi di euro. Ma quali sono i principali player di questo fenomeno?

Partiamo dai Paesi in testa alla classifica dei generatori di flussi turistici verso l'estero. Ecco i primi 20, misurati nella spesa in miliardi di euro dei loro cittadini per viaggi nel 2015. Dal primo, la Cina, con oltre 210 miliardi, sovrastimati in parte perché contengono le spese per viaggi dei Cinesi nei territori speciali di Hong Kong e Macao, all'ultimo, il Brasile, che però tra il 2014 e il 2015 ha perso ben 10 posizioni in classifica per la congiuntura economica negativa avviatasi nel Paese. Nel mezzo alcuni nomi che è normale aspettarsi, come Stati Uniti, Canada e Russia, e i big europei Germania, Regno Unito, Francia e Italia, insieme ad altri che non siamo cosi abituati a considerare, come Arabia Saudita e Corea, o i piccoli Hong Kong, Singapore, Belgio e Olanda.


[Slide 2] Ma in prospettiva questa classifica è destinata a rimanere così? Sono questi i paesi sui quali concentrare maggiormente la promozione e la ricerca di domanda per la moltiforme offerta turistica italiana? Difficile fare previsioni, ma ci si può provare, ad esempio dando per assunto che una crescita del PIL consistente e costante indichi che quel Paese sarà sempre di più un grande generatore di viaggi verso l'estero. In questa mappa, che riporta gli stessi Paesi della slide precedente, sbiadisce dunque il colore verde, con gradazioni via via meno intense, in quelli per i quali l'International Monetary  Fund prevede, da qui al 2020, una crescita del PIL più debole e dunque una minore capacità di generare flussi turistici verso l'estero.


[Slide 3] Tale risultato è peraltro coerente con le variazioni percentuali del numero di viaggiatori da ciascuna macro-area mondiale prevista in questa tabella da CISET-Università Cà Foscari.


[Slide 4] Torniamo a guardare il mondo, questa volta da un punto di vista opposto, quello dei principali paesi ricettori di flussi turistici internazionali.

Anche qui i primi 20, misurati nei ricavi, in miliardi di euro, che percepiscono dalla spesa di turisti internazionali diretti nei loro  territori. Di nuovo nomi noti e non noti. Tra i primi Stati Uniti e Cina, o i tradizionali big europei, Spagna, Francia, Inghilterra, Italia e Germania. Tuttavia sono pochi quelli che inserirebbero in questa classifica, di primo acchito, Thailandia, Turchia e Malesia, e certamente ancor meno quelli che vi posizionerebbero Hong Kong, Singapore o addirittura l'isola di Macao, grande quanto la metà del nostro lago di Bracciano, sui cui arrivi turistici internazionali pesano, in abbondante sovrastima, i flussi di turisti cinesi che in pochi minuti di aliscafo raggiungono le innumerevoli case da gioco dell'isola famosa per il  "gambling".


[Slide 5] Prospettive e ipotesi di stabilità in classifica? Anche qui se ne possono provare a fare, affidandosi in questo caso al combinato di 2 indici: il grado di rischio che un importante studio internazionale come Euler Hermes attribuisce agli investimenti in questi Paesi ed il rischio terrorismo che, sempre a ciascuna di queste destinazioni, viene attribuito dall'Institute for Economics and Peace, entità di livello mondiale. Si presuppone, in sostanza, che un Paese a rischio terrorismo più elevato e dove già oggi è più rischioso investire, non sia destinato a restare senza variazioni nella classifica delle top 20 destinazioni turistiche mondiali. Sbiadiscono dunque in questa mappa, con gradazioni via via meno intense, i colori dei Paesi che registrano valori intermedi e più alti nella somma di questi 2 indici.

 

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